40 anni di aborto, Usa in marcia per la vita

Manuel Garcia, che ha una laurea in psicologia, non perde tempo per far sapere alla sua ospite perché da quattro anni lavora qui, in uno dei centri per il sostegno alla gravidanza del Bronx. New York, spiega, ha la più alta percentuale di aborti nel mondo occidentale. Il 42 per cento delle gravidanze vengono interrotte. In alcuni quartieri, come il Bronx, si arriva al 50 per cento. E fra le donne nere è una vera ecatombe: «Quasi due terzi di tutti i feti che potrebbero arrivare a termine sono abortiti», spiega.

Dalla strada, il centro, che appartiene alla rete Emc, sembra un negozio, o uno studio odontoiatrico. Una vetrina e un’insegna luminosa lo segnalano ai passanti della trafficata Jerome Avenue. Non è molto diverso da un ambulatorio chiamato Emily’s clinic in un edificio di mattoni dall’altra parte della strada, che pure promette aiuto alle ragazze «incinte e confuse». Ma Emily’s Clinic, spiega Manuel, è una clinica abortista, mentre Emc è una rete d’ispirazione cristiana fondata da un cattolico e vicina (ma non affiliata) all’arcidiocesi. «A volte una donna entra qui pensando di essere nella clinica di fronte – continua Manuel – allora le offriamo subito un test di gravidanza gratuito, che da Emily’s è a pagamento, la invitiamo a parlare con noi, ma non le nascondiamo che qui non si praticano interruzioni di gravidanza».

I centri Emc sono parte di un network americano di strutture laiche, per lo più cristiane, che propongono alternative all’aborto. Tutti privati, questi uffici sono il braccio che il movimento per la vita statunitense usa con maggiore successo per ridurre il numero di interruzioni di gravidanza nel Paese – una a una. La loro presenza è da una decina d’anni in continua espansione, nonostante la crisi economica, tanto che il loro numero supera ora quello delle cliniche abortiste. Se ne stimano infatti oltre 2500 in tutti gli Usa, contro i circa 1800 centri che praticano l’interruzione di gravidanza. Solo lo scorso anno, i centri come Emc disseminati sul territorio nazionale hanno assistito circa un milione di donne, fornendo cure prenatali, consulenza psicologica, un percorso per l’adozione del loro bambino e, in molti casi, anche alloggio temporaneo e un lavoro. Il governo federale non li sovvenziona, ma alcuni ricevono fondi statali, e ci sono Stati, come il South Dakota, che impongono per legge una visita in uno di questi centri a ogni donna che intenda abortire.

Cliccare sul link per continuare a leggere: 40 anni di aborto, Usa in marcia per la vita | Mondo | www.avvenire.it.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Americhe. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.