8 marzo 2013: “Giornata della Donna” legata alla condizione femminile

La storia racconta che 129 donne operaie di una filanda a New York persero la vita in un incendio dove difendevano il loro diritto di lavoro, di un minimo di tutela e rispetto della loro dignità di persona umana e di lavoratrici.
Prima fu chiamata “Giornata Internazionale” dai movimenti di ispirazione popolare, in seguito denominata “Giornata della Donna”, occasioni per far conoscere all’opinione pubblica ed alle Istituzioni i problemi della donna, assumendo una importanza mondiale.
Nei tempi recenti la celebrazione ufficiale della “Giornata della donna” in Italia, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale”, tematica svolta dall’Onorevole Ines Boffardi “ Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’incarico della “Condizione Femminile ”.
E’ stata la rievocazione e la valorizzazione ufficiale che lo Stato Italiano ha voluto dare sul riconoscimento del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, che è passata attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due sessi, e lo ricordo benissimo in quanto in quel periodo ero Direttore di Sezione della PCM e Capo della Segreteria Particolare del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’incarico specifico di coordinare la “Condizione femminile ”.
Apro una parentesi (e ne chiedo scusa) per una questione di giustizia che riguarda questo “evento”, perché nessuno si è “ricordato” e da nessun Governo “rievocata” l’opera meritoria iniziata dalla genovese Onorevole Ines Boffardi nel Governo Andreotti, la quale per prima ufficialmente in Italia ha portato avanti con appassionata e responsabile dedizione quella condizione femminile in un periodo, molto polemico e molto vivace per la vita delle donne, un lavoro importante, duro, silenzioso, necessario atto a rivitalizzare ed a valorizzare con coraggio la donna-persona nella società e nelle Istituzioni, “condizione” oggi svolta dal Ministero per le Pari Opportunità.
Inoltre ricordo che l’On.Boffardi, ha continuato “l’opera” quale primo Presidente Nazionale della Confederazione Consultori Familiari d’Ispirazione Cristiana voluta dalla CEI, il cui Assistente Ecclesiastico è stato don Dionigi Tettamanzi , oggi Arcivescovo Emerito di Milano.
Ritornando alla cronaca recente, nel 1999 le Nazioni Unite hanno istituito una “Giornata per l’eliminazione delle violenze contro le donne” che in Italia è stata celebrata il 25 novembre 2012, violenza, fenomeno deplorevole, che avviene quasi giornalmente in Italia ed in ogni Paese, contro le donne che continua con forte celerità nelle famiglie ed anche contro bambini, disabili, emarginati, persone indifese.
La ricorrenza dell’8 marzo, giustamente, viene celebrata per porre all’attenzione delle Istituzioni ulteriori tematiche d’attualità, anche nel lungo processo dell’unificazione europea, come una speranza di democrazia, giustizia e pace.
Obiettivi questi ultimi, soprattutto, di non vedere cadere taluni fondamentali valori etici che possono produrre un profondo divario tra situazioni legislative nel “problema donna” che resta, pur sempre, protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, dove si tenta di distruggere il principio fondamentale della famiglia che è la cellula fondamentale della n/s società.

Grazie a te, donna sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita”,
così definì tra altre la donna nella ricorrenza, il Beato Giovanni Paolo II° (10, Lettera alle donne 1995).
Non è errato ricordare le Suore che si dedicano agli infermi, specie nella Case di Riposo ed in qualche corsia ospedaliera, le donne, madri, sorelle, spose vittime indifese di violenze d’ogni genere, soprattutto di stupri ricorrenti, che lasciano nella “vittima” profondi solchi, quasi irreparabili, di natura oltreché fisica anche psichica e quelle donne casalinghe, vere “eroine sociali ” che devono “combattere senza armi adeguate” quasi quotidianamente con la presenza in famiglia di congiunti disabili fisici e handicappati psichici, ricordando che: “ In  maniera particolare rivolgo un pensiero affettuoso e solidale a quelle famiglie colpite dalla crisi economica ed afflitte da varie preoccupazioni di altra natura” (Benedetto XVI° Family day 2012 ).
Nel n/s mondo caratterizzato da un secolarismo sempre più evidente, da un permissivismo smodato, da un relativismo crescente, da un egoismo egocentrico, da un superficialismo effimero e dalle molte insidie che dilagano, modificano e mortificano la dimensione etica della vita, questo Anno di Fede deve spingere i cristiani e non cristiani a ritrovare l’unione “ presupposto ovvio del vivere comune (Porta Fidei,2) .
La problematica femminile anche a livello europeo non può essere considerata alla stregua di “settore” o di rievocazione di una “Giornata”, ma assunta come una metodologia di continuare a proporre soluzioni di problematiche di carattere femminile, che tengano soprattutto conto della specificità dell’essere donna.

La “Giornata della Donna” resta, pur sempre, la piattaforma propositiva di democrazia e soprattutto che non disattenda mai quei valori conquistati di uguale opportunità, di rispetto, di promozione e di sempre più garanzia futura.
Questo il vero significato del ricordo della Giornata della Donna” che sancisce l’importanza di taluni valori fondamentali sociali.
E con le parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza” ( NMI,58 )

Previte

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