Addio Spagna “cattolica”, in un’Europa sempre più secolare. Negli Stati Uniti invece… – Settimo Cielo – Blog – L’Espresso

PewNell’ultima poderosa inchiesta del Pew Research Center di Washington sullo stato del cristianesimo in Europa occidentale, i dati che impressionano di più sono quelli della Spagna e della sua accelerata mutazione da “cattolica” a ultrasecolarizzata.

L’inchiesta è tutta da leggere:

> Being Christian in Western Europe

Ma qui basti richiamare alcuni dati. Anzitutto la tenuta numerica del cristianesimo in Italia, Portogallo e Irlanda, dove a dichiararsi cristiani continuano ad essere i quattro quinti della popolazione e dove a praticare la religione almeno una volta al mese sono il 40 per cento in Italia, il 35 per cento in Portogallo e il 34 per cento in Irlanda.

In questi tre paesi sono ancora relativamente pochi, il 15 per cento, coloro che si dicono atei, agnostici o senza una particolare religione, i “nones” statistici dell’illustrazione.

I quali sono invece in gran numero nei quattro paesi decisamente più secolarizzati dell’Europa occidentale:

– l’Olanda, dove i senza religione sono ormai più dei cristiani, il 48 per cento contro il 41;
– la Norvegia, con il 43 per cento di senza religione e il 51 per cento di cristiani;
– la Svezia, con il 42 per cento di senza religione e il 52 per cento di cristiani;
– il Belgio, con il 38 per cento di senza religione e il 55 per cento di cristiani.

Anche in altri quattro paesi d’Europa la secolarizzazione è in uno stadio molto avanzato: in Francia, Germania, Svizzera e Regno Unito. Qui essa viene da lontano e ora cresce con ritmo meno impetuoso, con i senza religione che si attestano oggi tra il 21 e il 28 per cento.

La grande sorpresa invece è data dalla Spagna, dove gli atei, gli agnostici e i senza religione sono oggi già il 30 per cento della popolazione e sono arrivati a tale livello in tempi molto brevi.

Per misurare quanto in Spagna la secolarizzazione sia così travolgente, basti notare che l’incremento dei senza religione ha portato in pochi anni la Spagna quasi alla pari con i quattro paesi più secolarizzati dell’Europa occidentale, cioè Olanda, Norvegia, Svezia e Belgio.

Ma con una differenza significativa. Mentre in questi quattro paesi chi oggi si dichiara senza religione è già nato e cresciuto nella gran parte dei casi in un ambiente famigliare lontano dalla fede, in Spagna ben cinque su sei di loro erano cattolici in giovane età e la quasi totalità sono stati battezzati.

Il quadro complessivo in Spagna è oggi il seguente:

– cristiani con pratica religiosa almeno mensile 21 per cento;
– cristiani non praticanti 44 per cento;
– senza religione 30 per cento.

Va inoltre notato che anche tra i cristiani praticanti la fedeltà alla Chiesa su alcune questioni cruciali è molto incerta. Il 49 per cento di essi, in Spagna, è a favore della legalizzazione dell’aborto e il 59 per cento è a favore dei matrimoni tra omosessuali, in misure superiori a quelle – pur già sopra il 40 per cento – che si riscontrano tra i cristiani praticanti dei tre paesi più “cattolici” dell’Europa occidentale: Italia, Portogallo e Irlanda, quest’ultima fresca di un referendum per la legalizzazione dell’aborto che ha visto i “sì” vincere con il 66 per cento dei voti.

La modalità con cui nei vari paesi europei si abbandona la fede è descritta dagli intervistati come un “graduale allontanamento” da essa, non traumatico. Ma in Spagna tre intervistati su quattro la riconducono agli “scandali che coinvolgono capi e istituti religiosi”.

Dall’insieme dell’inchiesta risulta dunque una forte diversità tra Europa occidentale e Stati Uniti.

Mentre in Europa quelli con pratica religiosa almeno mensile sono il 31 per cento dei cristiani, negli Stati Uniti sono più del doppio, il 64 per cento. E qui anche un 9 per cento di cittadini che si dicono senza una particolare religione praticano almeno mensilmente un qualche culto.

In Europa pregano quotidianamente il 14 per cento dei cristiani e negli Stati Uniti il 68 per cento, più un 20 per cento di senza religione.

Dicono di credere in Dio con assoluta certezza in Europa il 23 per cento dei cristiani e negli Stati Uniti il 76 per cento, più un 27 per cento di senza religione.

Assegnano alla religione un posto “molto importante nella propria vita” in Europa il 14 per cento dei cristiani e negli Stati Uniti il 68 per cento, più un 13 per cento di quelli che non si identificano con una particolare fede religiosa.

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