Aderisci alla mobilitazione per la revoca del Premio Nobel per la Pace a Obama e contro la guerra in Siria

di Magdi Cristiano Allam

Gli Stati Uniti d’America sono l’unico Stato al mondo che ha usato tutte le principali armi di distruzione di massa: le bombe nucleari in Giappone, le armi chimiche in Vietnam, missili radioattivi a uranio impoverito nei Balcani e in Iraq. Con queste credenziali il Premio Nobel per la Pace Barack Obama si appresta a bombardare la Siria con missili radioattivi a uranio impoverito per sanzionare Assad perché avrebbe usato le armi chimiche contro la popolazione civile. L’amministrazione americana ha detto di avere le prove ancor prima che gli investigatori delle Nazioni Unite iniziassero la loro ispezione in Siria.

Per contro la Russia ha consegnato alle Nazioni Unite le fotografie scattate dai satelliti che dimostrano il contrario, ossia che le armi chimiche sono state usate dai sedicenti ribelli, ovvero dai terroristi islamici. Anche il magistrato Carla Del Ponte ha detto che le uniche prove certe evidenziano che sono stati i terroristi islamici a usare le armi chimiche in Siria. Del Ponte, ex procuratore capo del Tribunale penale internazionale, fa parte della Commissione dell’Onu chiamata a indagare sulla guerra e sulla violazione dei diritti umani in Siria: “Abbiamo potuto raccogliere alcune testimonianze sull’utilizzo di armi chimiche, e in particolare di gas nervino, ma non da parte delle autorità governative, bensì da parte degli oppositori, dei resistenti”.

Contemporaneamente le quotazioni in borsa dell’azienda che produce i missili Tomahawk, quelli con cui Obama bombarderà la Siria, registrano i loro massimi storici. Obama ha fatto sapere che vuole limitarsi al lancio di questi missili per tre giorni, il tempo da lui considerato adeguato per punire Assad e persuaderlo a non usare ulteriormente le armi chimiche. Il costo complessivo di questi 3 giorni di punizione a suon di bombardamenti missilistici è stato stimato in 126 milioni di dollari. Una guerra quindi non solo “mordi e fuggi” ma anche low-cost, a basso costo, come si conviene in tempi di crisi economica. L’ammontare delle vittime umane e dei danni materiali che questi missili produrranno non viene preso in considerazione: a pagare saranno i siriani.

Perché Obama si ostina a fare una guerra del tutto infondata e perché si ostina a sostenere, indebolendo il regime di Assad e l’Esercito regolare, a consolidare i terroristi islamici che militano in seno ai Fratelli Musulmani, ai Salafiti e a Al Qaeda? Possibile che non sappia che si tratta di criminali che oltre a decapitare sono arrivati a squartare il torace per mangiarne il cuore e il fegato perché così avrebbe ordinato il loro Allah?

Escludendo che Obama non sappia ciò dal momento che si tratta di informazioni pubbliche alla portata di tutti su Internet, l’unica giustificazione possibile è che egli è succube e sottomesso ai poteri forti dei mercanti d’armi, del petrolio, della finanza speculativa e delle multinazionali dedite alla ricostruzione dei Paesi rasi al suolo.

Ebbene, cari amici, tutto ciò non si addice a un Premio Nobel per la Pace conferitogli fin troppo precipitosamente a pochi mesi dalla sua elezione nel 2009. Per questo ti chediamo di aderire al sondaggio per la revoca del Premio Nobel per la Pace ad Obama e contro la guerra americana in Siria.

Qui sotto nel riquadro clicca “Sì” se anche tu sei favorevole alla revoca del Premio Nobel per la Pace a Obama. Ugualmente clicca “Sì” se anche tu sei contro la guerra americana in Siria.

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Fonte: Io Amo l’Italia.

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