Adesso che Mursi è presidente si può dire: Mubarak fu vittima di un golpe

La rivolta egiziana fu un colpo di Stato, coperto da Obama. Oggi il quadro si fa più chiaro. I generali egiziani, strettamente legati alla CIA, videro Mubarak preparare la sua successione con un figlio; e videro anche la sua famiglia allargarsi oltre misura sul potere e sull’economia. Quindi dettero il via al “golpe”. La cronaca di più di un anno fa è nota; i commentatori si divisero; alcuni parlarono di rivolta popolare; altri (pochi) di colpo di stato. Avevano ragione i secondi.Gli europei ,in maniera scomposta e ingenua, parlarono di primavera araba, di democrazia, di partiti e parlamento all’occidentale.

Dal momento della destituzione di Mubarak, il potere è rimasto strettamente nelle mani dei militari, che come noto non solo gestiscono tutto il sistema econmico “difesa”, ma anche un grande patrimonio immobiliare e produttivo del Paese. I generali avevano da fare una scelta; o sostituire direttamente Mubark con uno di loro, sfidando la società civile e in particolare i “fratelli musulmani”, unica forza politico-religiosa estesa a rete in tutto il territorio nazionale e ormai in gran parte dei Paesi islamici; o cercare un Presidente “civile”, non ostile a loro e al loro sistema di interessi e di potere.

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