Adozioni gay: per portare avanti delle battaglie politiche si finisce per danneggiare i bambini | il Quintuplo

 ”Credo che stiamo assecondando una campagna per i diritti civili e non per l’interesse dei minori, che sono in balia di queste decisioni. I bambini non possono scegliere in che famiglia crescere, mi chiedo come verranno su.
Ci troviamo di fonte ad un grosso vulnus, mi sento sbigottito”.

Lo ha detto all’agenzia DIRE Giovanni Bonini, pediatra dell’associazione Peter Pan, commentando la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo secondo la quale in una coppia omosessuale, uno dei due puo’ adottare il figlio dell’altro.
“Si sta affrontando la questione dal punto di vista politico- ha proseguito- quando stiamo parlando di problemi pedagogici. Mi sento impotente di fronte a queste scelte che passano sopra la testa dei bambini, che vengono persi di vista”. Il pediatra dell’associazione Peter Pan e’ l’autore di due appelli rivolti alle societa’ scientifiche per aprire un dibattito tra gli ‘specialisti del bambino’ sulla richiesta delle coppie gay di adottare minori. “Sono convinto che le coppie gay che hanno in affido un minore lo possono amare ed accudire, dargli una formazione migliore rispetto a tante altre coppie eterosessuali.

Il punto pero’ e’ un altro- ha precisato Bonini- penso a tutte le dinamiche legate ai modelli maschio-femmina che ci portiamo dentro da quando siam nati. Non so se a Strasburgo siano state fatte delle dichiarazioni piu’ politiche che pedagogiche- ha aggiunto il pediatra- anche per questo motivo ho rivolto il mio appello agli specialisti (pediatri, psicoterapeuti e neuropsichiatri) che devono esprimersi”. La Corte Suprema di Strasburgo oltre ai diritti umani “conosce i diritti dei bambini, che possono contare solo sul buonsenso del mondo degli adulti.

Tante volte incontrando famiglie, parlando con genitori, stando a contatto con bambini, mi chiedo se c’e’ la consapevolezza che procreare un figlio e’ un atto di donazione, di amore per il mondo, e non per soddisfare un capriccio personale, una voglia come tante altre. Nel primo caso il genitore ha la consapevolezza che in buona parte deve rinunciare a qualcosa di suo (tempo, interessi, amor proprio, hobbie, tranquillita’, riposo), per dargli il meglio, in una parola dona se’ stesso. Nel secondo caso- ha concluso Bonini- quel che viene viene, senza grandi lotte, senza grandi problemi, senza rinunce, senza un progetto”.

Fonte: Adozioni gay: per portare avanti delle battaglie politiche si finisce per danneggiare i bambini | il Quintuplo.

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