Africa, le “chiese” dei miracoli – Vatican Insider

Tovo, missionario in Camerun, cerca un nuovo modo di evangelizzare più vicino all’uomo contemporaneo spesso affascinato dalle false promesse di una miriade di “sette”.

Luciano Zanardini

In Camerun è arrivato nell’ottobre del 2002. Un primo periodo “fondamentale” l’ha trascorso in un villaggio per imparare la lingua ewondo e con essa “le ricchezze della tradizione e dei costumi del popolo beti”. Poi padre Paolo Tovo si è spostato alla periferia della capitale Yaoundè, lì dove le etnie si mescolano e il francese è l’unica lingua riconosciuta da tutti.

 

“L’Africa urbanizzata – racconta padre Paolo – non è più l’Africa del villaggio”, ma un miscuglio di culture. “Le case spuntano rapidamente, la modernità quasi selvaggia si impone, soprattutto tra i giovani, veicolata dai mass-media la cui cultura spesso rende fragili i pilastri filosofici, religiosi e morali delle tradizioni ancestrali”. Metà della popolazione della parrocchia Gesù Buon Pastore (tre sacerdoti per 30mila abitanti) ha meno di vent’anni e le Messe registrano il “sold out”.

 

“Lavorando come aumônier (cappellano) dei giovani, mi sono sempre proposto di dare loro fiducia, sapendo che hanno risorse e creatività… si tratta di orientare queste loro energie”. Dal 2007 è il rettore della comunità di formazione, insegna teologia e cerca di alimentare il contatto con le persone. “Sperimento più profondamente la gioia di essere missionario quando esco e attraverso a piedi le viuzze per portare la comunione ai malati e benedire le case… in questi momenti vivo quanto papa Francesco ci ricorda: invita la Chiesa (ciascuno di noi) a uscire dalle sacrestie per andare là dove la gente vive, lotta, soffre, esulta. Non ho mai incontrato un rifiuto. A volte pur arrivando a sorpresa, si fanno in quattro per darmi la sedia migliore, per offrirmi qualcosa. Il fatto stesso che il missionario, l’uomo di Dio, metta piede nella loro casa è visto come una benedizione”.

 

Si possono incontrare altre religioni. “Nel quartiere abbiamo dei protestanti delle Chiese evangeliche e presbiteriane, ma anche musulmani che in Camerun sono il 25% della popolazione. La maggior parte abita le regioni del nord, verso il Ciad, ma parecchi sono emigrati a sud per cercare lavoro nella capitale. L’islam camerunese è molto tollerante: cristiani e musulmani convivono. Naturalmente ci preoccupano i conflitti attuali provenienti dalla Nigeria, dal Centrafrica e da altre regioni”.

 

Se con le Chiese protestanti ufficiali i rapporti sono molto buoni, “c’è invece una miriade di piccole chiese, che si formano e spariscono rapidamente, ma che raccolgono i cristiani, soprattutto i meno solidi nella fede. Queste ‘sette’ promettono un cristianesimo del successo, delle guarigioni. Spesso nascondono degli ‘scrocconi’ che aspirano solo ad arricchirsi spillando alla gente denaro in cambio di ‘miracoli’. Con questi gruppi è impossibile dialogare, perché rappresentano una specie di fondamentalismo cristiano. Hanno una durata breve”, perché i nuovi adepti “quando vedono che i miracoli promessi non arrivano, vanno alla ricerca di un’altra Chiesa. La sola maniera per far fronte a questo flagello è di insistere nella formazione dei nostri cristiani”.

 

I missionari saveriani tentano di elaborare una proposta più adatta di evangelizzazione. “Da qualche anno abbiamo creato un Centro di studi africani interno alle nostre circoscrizioni (Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Camerun, Ciad, Sierra Leone)”. Una rivista (I Cahiers du Centre d’Études Africaines) ne è il portavoce. “I luoghi geografici e antropologici della missione evolvono con il tempo e ciò esorta i missionari a elaborare sempre nuovi metodi per far incontrare gli uomini con il Vangelo di Cristo. È questo in fondo lo scopo della nostra vocazione missionaria. Il progetto di riflessione e ricerca ci sta a cuore. Ci sta a cuore svilupparlo in Africa, perché il cristianesimo africano ha molto da dire al mondo e alla Chiesa. E nel nostro piccolo desideriamo farci strumento di questo scambio”.

Fonte: Africa, le “chiese” dei miracoli – Vatican Insider.

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