Al-Qaeda rivendica  l’attentato di Bengasi | Mondo | www.avvenire.it

L’attacco sferrato martedì sera al consolato americano di Bengasi in Libia, costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens, è una vendetta di al-Qaeda per l’uccisione del numero due del gruppo terroristico, Sheikh Abu Yahya al-Libi.  Lo riferisce il “Site”, sito di intelligence americano che monitora le attività propagandistiche. «L’uccisione di Sheikh Abu Yahya ha solo aumentato l’entusiasmo e la determinazione dei figli di Omar al-Mokhtar (eroe dell’indipendenza libica, ndr) a vendicarsi di coloro che hanno attaccato il nostro Profeta», si legge in un comunicato diffuso da al-Qaeda nella Penisola arabica.

La cellula di al-Qaeda nello Yemen non rivendica apertamente la responsbailità dell’attentato al consolato. Il comunicato è apparso quattro giorno dopo che il leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri ha diffuso un video elogiando al-Libi, suo ultimo vice e capo della propaganda che è stato ucciso in un raid condotto da un drone Usa a giugno.

Al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) ha lanciato un appello ai musulmani affinchè continuino a prendere di mira le rappresentanze diplomatiche Usa nel mondo e ha chiesto ai “fedeli” che vivono in occidente di colpire gli interessi americani. «La cacciata di ambasciate e consolati porterà alla liberazione delle terre Arabe
dall’egemonia americana e dall’arroganza», afferma l’organizzazione terrorista in un comunicato intercettato dal sito di analisi antiterrorismo americano “Site”. In particolare, Aqap si rivolge a musulmani che vivono in Occidente richiamandoli al loro «dovere», perchè «piu in grado di altri di creare danni». Aqap è stata fondata nel gennaio 2009, da una fusione dei rami sauditi e yemeniti di Al Qaeda, ed è guidata da Nasser al-Wahishi.

TORNA LA CALMA. La furia islamista, che ieri ha messo a ferro e fuoco le capitali di diversi Paesi, lasciando sul terreno 7 vittime (3 in Tunisia, 1 al Cairo, 1 in Libano e 2 in Sudan), oggi sembra essere sotto controllo. Ieri il presidente Obama ha onorato le salme dei quattro diplomatici americani, tra cui l’ambasciatore in Tunisia, rimasti uccisi giovedì sera nell’assalto alla sede consolare di Bengasi da parte di gruppi di estremisti islamici che protestavano per il film offensivo su Maometto, prodotto da un cittadino americano.

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