Alle origini della Biologia e della Genetica

(di Fabrizio Cannone) Il contributo della Chiesa e degli scienziati cattolici al vasto mondo della ricerca e della Scienza è, come noto, immane e inarrivabile. L’ottimo apologeta che è Francesco Agnoli lo aveva già ampiamente dimostrato nel prezioso saggio Scienziati, dunque credenti (uscito nel 2011), ripercorrendo le scoperte, le invenzioni e le conquiste epocali di figure come Copernico, Keplero, Torricelli, Pascal, Stenone, Volta et alii, tutti valentissimi studiosi in una o più discipline scientifiche, oltre che cristiani convinti e a tutta prova.

Ora, assieme al biologo anti-evoluzionista Enzo Pennetta, i due studiosi cattolici hanno approfondito la vita e i successi di due enormi figure della Scienza, entrambi innovatori e fondatori di discipline scientifiche, oltre che sacerdoti cattolici e glorie europee (Francesco Agnoli/, Siena 2012, pp. 100, € 9). Lazzaro Spallanzani (1729 – 1798), detto «il primo naturalista d’Europa», «il Galileo della biologia» e «il principe dei biologi», fu docente universitario (a Reggio Emilia, Modena, Pavia), socio delle Accademie scientifiche di Londra, di Prussia, di Stoccolma, di Lione, di Bologna, etc., fondatore della vulcanologia, e fece scoperte fondamentali sui globuli rossi, la digestione e la riproduzione umana e animale. Ma innanzitutto, e senza complessi, fu un buon sacerdote, «ebbe un continuo rapporto, tutta la vita, sin da piccino, con gli ambienti ecclesiastici, da cui ricevette educazione e stima»; fu altresì uomo «di principi altamente religiosi» e così mai tralasciò «gli obblighi del culto, celebrando quotidianamente la messa» (p. 41, n. 18).

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