Asia Bibi: Te Deum perché la Tua mano mi darà la libertà | Tempi.it

gennaio 2, 2015Asia Bibi

«Quando Pietro si trovava in prigione, lo Spirito Santo è venuto e ha aperto la porta della cella. Io mi aspetto un miracolo come questo». Parla la cristiana pakistana condannata a morte (e in carcere da cinque anni) per un bicchiere d’acqua

te-deum-2014-tempi-copertina-asia-bibiCome da tradizione, anche nel 2014 l’ultimo numero del settimanale Tempi è interamente dedicato ai “Te Deum”, i ringraziamenti per l’anno appena trascorso firmati da diverse personalità del panorama sociale, culturale e civile italiano e non solo. Nella rivista che resterà in edicola per due settimane a partire dal 31 dicembre, troverete, tra gli altri, i contributi di Angelo Scola, Louis Raphaël I Sako, Fausto Bertinotti, Luigi Amicone, Renato Farina, Mattia Feltri, Fred Perri, Aldo Trento, Pippo Corigliano, Annalisa Teggi, Alessandra Kustermann, Mario Tuti.

Pubblichiamo qui il “Te Deum” di Asia Bibi, raccolto per noi a inizio dicembre nel carcere di Multan da Joseph Nadeem, presidente della Renaissance Education Foundation.

Asia Noreen Bibi è in prigione da 2.019 giorni per aver bevuto un bicchiere d’acqua. Pakistana, di fede cattolica, sposata e madre di cinque figli, è stata incarcerata con l’accusa di “blasfemia” in una «cella senza finestre» oltre cinque anni fa, il 19 giugno del 2009, in seguito a un diverbio con due colleghe musulmane: aveva preso dell’acqua dal pozzo per ristorarsi durante il lavoro nei campi ed è stata accusata di aver infettato la fonte. In Pakistan il reato di “blasfemia” prevede sanzioni che vanno dall’ergastolo fino alla pena capitale e l’8 novembre 2010 il giudice Naveed Iqbal ha condannato Asia Bibi all’impiccagione. Avrebbe potuto salvarsi, perché quello stesso giudice è entrato nella sua cella e le ha offerto la revoca della sentenza in cambio della conversione all’islam, ma la donna ha risposto: «Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».

Dopo quattro anni e cinque rinvii, il 16 ottobre 2014 l’Alta corte di Lahore ha confermato la sentenza di morte nel processo di appello. Il 24 novembre gli avvocati di Asia Bibi hanno depositato l’ultimo ricorso alla Corte suprema: se questa non revocherà la condanna, solo la grazia del presidente del Pakistan Mamnoon Hussain potrà salvarla dall’impiccagione.

Abbiamo chiesto ad Asia Bibi di scrivere per Tempi il suo personale Te Deum e lei ha accettato. Lo pubblichiamo di seguito in forma di intervista, realizzata per noi prima di Natale da Joseph Nadeem, presidente della Renaissance Education Foundation, che ha visitato Asia Bibi nella sua cella di isolamento nel carcere di Multan.

Asia Bibi, come stai?
Sto bene, mi sento bene nel nome di Gesù e conservo ancora la mia fede cristiana.

Come sono le tue condizioni in prigione?
Come pensi che si possa stare in carcere?

Ti trattano bene?
Sì, siccome il mio caso è diventato internazionale e sono ormai una prigioniera famosa, si prendono cura di me.

asia-bibiQual è la prima cosa a cui pensi quando ti svegli e l’ultima prima di addormentarti?
Comincio la mia giornata con il nome di Cristo sulle labbra, che mi incoraggia sempre a iniziare ogni giorno confidando nella fede cristiana. Termino tutte le mie giornate ringraziando il mio Cristo, che è stato con me tutto il giorno e che mi dona la notte per rendere grazie e riposarmi.

Preghi e leggi la Bibbia tutti i giorni?
Sì.

C’è un passaggio che leggi più spesso? Hai delle parole che ti sono più familiari?
Ripeto sempre le parole contenute nei versetti 7 e 8 del salmo 138, letto sulla Bibbia che mi hai regalato tu. Recitano così: «Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani».

Pensi che l’appello alla Corte suprema andrà a buon fine?
L’appello è stato presentato e credo nel nome di Gesù che la potenza della Sua mano mi darà la libertà, proprio come ha fatto con Pietro. Quando si trovava in carcere, lo Spirito Santo è venuto e ha aperto la porta della sua cella. Io mi aspetto un miracolo come questo.

Hai ancora fiducia nella giustizia?
Ho appena spiegato qual è l’unica cosa in cui ho fiducia.

Se avessi la possibilità di tornare indietro, c’è qualcosa che cambieresti?
Mi piacerebbe cambiare alcune cose ma chiederò al Signore di cambiarle per il bene di tutta la comunità cristiana del Pakistan.

asia-bibi-islam-ashiq-masihQuando pensi a tuo marito Ashiq e ai tuoi cinque figli, qual è il tuo desiderio più profondo?
Il mio più grande desiderio è di poter tornare a vivere con la mia famiglia e mio marito. Io gli manco moltissimo e anche loro mi mancano, soprattutto in questi giorni in cui tutti si preparano a celebrare il Natale.

Che cosa speri per il prossimo Natale?
Spero che la nascita di Gesù Cristo mi porti felicità e libertà. Prego anche che il giorno della Sua nascita porti pace nel mondo e specialmente in Pakistan.

Che cosa significa per te il Natale oggi?
Il Natale non significa vestiti nuovi, balli, feste. Il Natale significa condividere il tuo amore con tutti coloro che lo meritano e ne hanno bisogno. Voglio mandare un messaggio a tutta la comunità cristiana: il Natale è un avvenimento santo, per favore, santificatelo pregando insieme per ogni persona e per le famiglie. Possa Dio proteggere le vostre famiglie e mantenerle unite. Pensate anche a me, che negli ultimi anni non ho potuto unirmi alla mia famiglia per Natale e che non potrò passare con loro nemmeno questo Natale che viene.

Quali sono le persone che stanno davvero aiutando te e la tua famiglia?
Sono grata a tutte le comunità cristiane in Pakistan e all’estero che sono con me e mi sostengono con la loro preghiera, al contrario di chi abusa del mio nome solo per trarne profitto. Sono grata alla Renaissance Education Foundation, che mi è cara, perché è sempre rimasta vicina a me e alla mia famiglia. Stanno facendo davvero tutto quello che è in loro potere per aiutare me e i miei cari.

Che cosa chiedi a Dio?
Chiedo a Dio di perdonare tutti coloro che abusano del mio nome per trarne profitto e di darmi presto la libertà.

Hai una richiesta speciale per papa Francesco e tutti i cristiani del mondo?
Chiedo con forza al Papa e a tutte le comunità cristiane del mondo di ricordarmi nelle loro preghiere, se possono. Io sono convinta e credo che le vostre preghiere possano aprire presto la porta della mia cella e liberarmi.

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