Asia Bibi: un appello di liberazione da Monti e dal governo italiano | UCCR

ingraziamo vivamente il premier Mario Monti per la sua presa di posizione a sostegno della liberazione di Asia Bibi, la contadina pakistana di 47 anni, sposata e madre di cinque figli, cristiana, incarcerata dal 2009, accusata di blasfemia, cioè di aver parlato male di Maometto, e condannata a morte sulla base di quanto dichiarato da altre donne.

In una lettera rivolta ad Avvenire, il premier ha scritto: «Caro Direttore, anche io, assieme ai molti lettori di “Avvenire” e cittadini italiani, mi voglio unire all’appello rivolto al presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, perché Asia Bibi sia liberata e possa ritornare al più presto dalla sua famiglia, dalla quale manca da oltre tre anni. Lo chiedo prima ancora che come Presidente del Consiglio, come uomo e come cristiano. La sua storia è un esempio eclatante di come oggi essere seguaci della parola di Cristo possa poter diventare una colpa, laddove l’estremismo non esita a fermarsi neanche davanti ad una donna sola e indifesa».

Monti ha proseguito: «Ad oggi a nulla è valso anche l’appello rivolto pubblicamente da Papa Benedetto XVI per una sua immediata liberazione che ha ricordato alla comunità internazionale la difficile situazione in cui si trovano i cristiani in Pakistan, spesso vittime di violenze e discriminazioni […]. Il mondo dell’associazionismo cattolico si è già mosso con una campagna di sensibilizzazione. Anche il nostro corpo diplomatico segue con apprensione questa storia insieme alle molte altre di cristiani perseguitati nel mondo, vittime di sanguinose persecuzioni, dal Medio Oriente all’India, dai Paesi africani al Pakistan».

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