ATTENTATO A BEIRUT/ Il Vescovo di Batroun: non cancella l’amicizia tra cristiani e musulmani

Redazione sabato 20 ottobre 2012

Libano, attentato a Beirut. Otto morti, tra cui il il generale Wissam al Hasan, capo del servizio informazione della polizia libanese, e un’ottantina di feriti. È il bilancio della violenta esplosione che a Beirut ha colpito, nel primo pomeriggio, il quartiere cristiano. Numerosi i veicoli in fiamme, come pure uno dei due edifici residenziali andati semidistrutti. È l’attentato più grave nella capitale libanese dal 2008 e, secondo gli organi di informazione panarabi, potrebbe essere collegato al vicino conflitto siriano. Piazza Sassine, il luogo dell’attentato, è la zona simbolo delle celebrazioni cristiane e il quartiere ospita anche l’Università americana. “Non sappiamo, ad ora, i reali motivi dell’attentato. Non parliamo di motivazioni politiche”, afferma Mounir Khairallah, vescovo maronita di Batroun, una delle più antiche città libanesi, intervistato da il sussidiario. “Il punto importante è che il terrorismo ritorna in Libano e, purtroppo, non avremmo mai voluto che accadesse”.

Solo poche settimane fa, Papa Benedetto XVI, in visita nel paese, aveva proposto il Libano come modello di convivenza…
Il Pontefice è venuto da noi come messaggero e ha invitato tutti i cristiani del Medio Oriente, in particolare  i libanesi, a costruire insieme la pace e ha detto una frase bellissima: “Se è possibile vivere insieme in Libano, significa che è possibile ovunque”. Il nostro passato è travagliato ed è stato costruito giorno dopo giorno lasciando alle spalle guerre, persecuzioni, occupazioni. Noi, come ha sottolineato il Papa, usciamo dal nostro passato con una lezione: vivere insieme è possibile. La convivialità fra cristiani, musulmani ed ebrei è realizzabile. Il viaggio del Pontefice in Libano ci ha infuso grande speranza.

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