Bahrein, il re disposto ad accogliere 200 famiglie cristiane di Mosul – Vatican Insider

Lo ha detto al vicario apostolico d’Arabia Ballin. Ma le organizzazioni per i diritti umani lo accusano per la repressione degli sciiti

Giorgio Bernardelli
Roma

 

«Il re del Bahrein si è dichiarato disposto ad aiutare duecento famiglie cristiane di Mosul, ed era anche disposto a riceverle in Bahrein. Questo dimostra la sua generosità nei confronti dei cristiani». A raccontare l’episodio è stato personalmente il vicario apostolico dell’Arabia Settentrionale, il comboniano Camillo Ballin, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa a Radio Vaticana. Il sovrano in questione è Hamad bin isa al Khalifa, non nuovo a iniziative di apertura nei confronti dei cristiani del Golfo Persico. Ma è anche lo stesso sovrano da tre anni duramente contestato dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani, che gli rinfacciano la durissima repressione delle proteste degli sciiti (maggioranza nel Paese, governato da una monarchia sunnita sostenuta dall’Arabia Saudita). Proprio in queste ore il più noto dei dissidenti locali, Abdulhadi Al-Khawaja, condannato nel 2011 all’ergastolo e che Amnesty International considera «un prigioniero di coscienza», ha cominciato un nuovo sciopero della fame in carcere.

Va aggiunto che il Golfo Persico per la Chiesa è divenuto negli ultimi anni una frontiera cruciale: mentre infatti il resto del Medio Oriente vive il dramma della fuga dei cristiani, l’Arabia Saudita e i Paesi del Golfo sono divenuti meta di immigrazione per centinaia di migliaia di filippini, indiani, thailandesi o anche cittadini di altri Paesi della regione, richiamati dalla domanda di manodopera. E la speranza è che questo fenomeno contingente possa davvero diventare un laboratorio per l’apertura di nuovi spazi di libertà religiosa. Il Bahrein – dove questi cristiani pur rimanendo a tutti gli effetti stranieri sono ormai circa il 10% della popolazione – si è distinto negli ultimi anni per diversi segnali di apertura incoraggianti. Il più significativo è stato il dono alla Chiesa cattolica di un terreno da 9mila metri quadri sul quale verrà costruita una grande chiesa per le esigenze pastorali dei fedeli, che sarà intitolata a Nostra Signora d’Arabia. Hamad bin isa al Khalifa ne ha parlato personalmente a papa Francesco il 19 maggio scorso, quando è stato ricevuto in Vaticano.

Resta però sullo sfondo la questione della situazione politica del Bahrein, che riflette le tante linee di frattura che attraversano oggi l’intera regione mediorientale. E che indica una volta di più la necessità di una svolta complessiva in Medio Oriente, che veda la questione della libertà religiosa e del rapporto tra le diverse confessioni (anche all’interno del mondo musulmano) affrontata a 360 gradi.

Fonte: Bahrein, il re disposto ad accogliere 200 famiglie cristiane di Mosul – Vatican Insider.

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