Bonino al Quirinale? E come la mettiamo con i diritti dell’uomo | il Quintuplo

Rispetto all’ipotesi – avanzata già tempo addietro e rilanciata in queste ore – di una candidatura di Emma Bonino al Quirinale, il Movimento per la vita intende esprimere sconcerto e preoccupazione. Non tanto per avversità personali contro l’onorevole Bonino, bensì per la ferma convinzione che vi sia totale incompatibilità fra l’esperienza politica di chi sin da giovane ha scelto di battersi per l’aborto, e cioè contro il diritto alla vita degli esseri umani più deboli, e quel ruolo di rappresentanza massima dei cittadini, oltreché di imparzialità, che, fra le altre cose, caratterizza le funzioni che spettano alla Presidenza della Repubblica.

Non va sottaciuto, in proposito, come il Presidente della Repubblica sia chiamato a farsi primo garante della Costituzione, la quale, sin dai suoi primi articoli – come ad esempio l’articolo 2 contenuto tra i Principi fondamentali – proclama l’impegno della Repubblica a “garantire e tutelare i diritti inviolabili dell’uomo”. Che tra questi rientri primariamente il diritto alla vita, è generalmente e logicamente riconosciuto, anche come premessa per l’attuazione del principio d’eguaglianza (art. 3). In proposito, la Corte Costituzionale ha affermato come “la tutela del concepito” abbia “fondamento costituzionale” (sent. n. 27/1975); ed ha successivamente rafforzato il concetto ribadendo che “ha fondamento costituzionale la tutela del concepito, la cui situazione giuridica si colloca, sia pure con le particolari caratteristiche sue proprie, tra i diritti inviolabili dell’uomo riconosciuti e garantiti dall’art.2 della Costituzione, denominando tale diritto come diritto alla vita, oggetto di specifica salvaguardia costituzionale” (sent. n. 35/1997)

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