Boy Scout d’America: sì ai membri gay (tra le polemiche) | Tempi.it

maggio 24, 2013 Matteo Rigamonti

Un sondaggio interno al movimento condotto online dai Boy Scout D’America dimostra che il 61% è contrario all’apertura ai gay.

Usa, il boy scout aprono ai ragazzi gayAnche i Boy Scout d’America aprono le porte ai gay. Solo ai membri, per ora, e non ancora a capi scout ed educatori. Con una concessione, però, che stravolge alla base l’impianto valoriale del loro tradizionale codice etico, fatto di lealtà, obbedienza e riferimenti alla famiglia.

VOTO DEL CONGRESSO. A Grapevine, Texas, si è appena concluso il Congresso nazionale del movimento dei Boy Scout d’America (Bsa), che ha registrato la presenza di circa 1.400 delegati. Il Congresso è stato preceduto da una lettera di Wayne Perry, il presidente nazionale, che ha invitato tutti i delegati a riflettere sul tema dell’orientamento sessuale dei membri relativamente alle politiche di affiliazione al mondo Scout e di accesso ai gradi adulti (“leadership”) dell’associazione. La sua proposta di risoluzione è anche quella approvata dal Congresso con il 60 per cento dei presenti: ora è specificato che «a nessun giovane può essere negata l’affiliazione ai Boy Scout d’America sulla base dell’orientamento sessuale o delle sue personali preferenze». Si precisa, però, che i criteri per  accedere al livello adulto – quello dei capi scout, per intendersi, che hanno responsabilità educative verso i più piccoli – rimangono invariati.

FRONTE DEL NO. Un sondaggio interno al movimento condotto online dai Boy Scout D’America dimostra, però, che la maggioranza è favorevole all’esclusione dei gay dai ranghi degli scout: il 61 per cento contro un 34 per cento favorevole all’inclusione.


DOVERE VERSO DIO. Da sempre, ai ragazzi che vogliono entrare e a tutti i giovani scout in itinere, l’associazione chiede semplicemente di sottoscrivere e rispettare i valori contenuti nel giuramento, nella legge scout e nella Dichiarazione di dovere verso Dio. Mentre un ragazzo che aspiri ad entrare nel grado adulto degli Scout «deve essere in possesso di quelle qualità morali, educative ed emozionali che i Boy Scout d’America ritengono indispensabili per garantire una leadership positiva sui più giovani». Deve poi avere la «corretta età» rispetto al grado che vuole raggiungere nella gerarchia e, va da sé, «sottoscrivere il precetto contenuto nella Dichiarazione di dovere verso Dio», impegnandosi a «rispettare il giuramento e la legge scout».



COSA CAMBIA. La legge scout, inoltre, prevedeva che «i Boy Scout d’America» non indagassero «preventivamente sull’orientamento sessuale di impiegati, volontari o membri», ma anche che non venisse «accettata l’affiliazione di individui che sono apertamente o dichiaratamente omosessuali o che si rendono protagonisti di comportamenti che potrebbero in qualche modo costituire una distrazione rispetto alla missione dei Boy Scout d’America». Ora, invece, l’Assemblea ha votato la risoluzione per cui «a nessun giovane può essere negata l’affiliazione ai Boy Scout d’America sulla base dell’orientamento sessuale o delle sue personali preferenze». Più che alla legge scout la risoluzione vuole rispondere a un esplicito divieto, emanato con una circolare interna, che dal 1991 nega agli Scout d’America la possibilità di accettare membri omosessuali. Per i capi scout, invece, come detto, i criteri rimangono gli stessi di prima ma è molto probabile che entro breve si tornerà a parlare anche di loro.

IN ITALIA. Il problema dei capi scout omosessuali è già stato affrontato a suo tempo in Italia dall’Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici italiani. «Le persone omosessuali adulte nel ruolo di educatore costituiscono per i ragazzi loro affidati un problema educativo», ha detto padre Francesco Compagnoni, docente di teologia morale alla Pontificia Università San Tommaso di Roma intervenendo ad un convegno nel 2012. «Il capo è il modello per i suoi ragazzi e sappiamo che gran parte dell’effetto educativo dipende dalla esemplarità anche inconscia che proviene dall’adulto».


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