Burke: «La marcia per la vita ci dà forza» | Tempi.it

maggio 14, 2013 Redazione

Intervista al cardinale statunitense: «La Chiesa è l’unica istituzione a difendere il diritto naturale. È sotto l’attacco costante di forze relativiste e materialiste»

Di Giuseppe Rusconi, tratto da rossoporpora.org – Un lungo serpentone colorato, partito dal Colosseo, si è snodato per il centro di Roma, raggiungendo san Pietro in tempo per l’Angelus domenicale. E lì ha ascoltato le parole di papa Francesco: “Saluto i partecipanti alla ‘Marcia per la vita’ e invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto della vita umana sin dal momento del suo concepimento”.
È ben riuscita dunque anche questa terza edizione (la seconda romana) della “Marcia per la vita” indetta dall’“Associazione Famiglia domani” e “Movimento europeo per la difesa della vita” contro l’aborto e la relativa legge 194. Oltre 20mila i partecipanti (…).
All’ombra del Colosseo abbiamo incontrato prima dell’avvio della ‘Marcia’ il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. Con la consueta affabilità il sessantaquattrenne porporato statunitense ha risposto ad alcune domande sulla sua presenza alla ‘Marcia’ per il secondo anno consecutivo (anche come unico cardinale di santa Romana Chiesa).

Eminenza, nella precedente occasione del 2012 si era augurato che anche in Italia la testimonianza della ‘Marcia per la vita’ diventasse sempre più massiccia…
Direi che l’augurio si è concretizzato! Quest’anno qui al Colosseo la partecipazione è certamente aumentata… del resto avevo già percepito un clima di forte attesa nelle settimane scorse. Penso che più passeranno gli anni, più si accrescerà il numero dei partecipanti, così che questa testimonianza per il rispetto della vita umana si faccia sentire in misura sempre maggiore nell’intera società. Un rispetto che anzitutto si deve ai meno protetti, i bimbi che stanno nel grembo della mamma!

Perché è importante scendere in piazza? Alcuni sostengono che è inutile, che si agisce meglio attraverso i massmedia, gli articoli di giornale, la raccolta di firme…
Lo scendere in piazza è ancora un qualcosa di diverso, è una testimonianza personale per una scelta di vita. Sì, uno può scrivere ed è molto importante! Ma lo scendere fisicamente in piazza mostra a tutti quanto è vitale per noi difendere e promuovere la vita. E, siccome siamo in tanti, ciò ci dà forza e morale per continuare la testimonianza nel resto dell’anno. Rincuora vedere quanti siamo a marciare!

Eminenza, la mobilitazione di piazza statunitense, ormai tradizionale, ha portato dei risultati concreti e positivi per la società? Non bisogna dimenticare che è stato rieletto Obama…
Negli Stati Uniti si registra una grande anomalia. Da una parte tutto ci dice che i movimenti per la vita sono in sintonia con il sentire della maggioranza degli americani… ed è, come certificano anche gli istituti di sondaggio, una sintonia addirittura crescente. Dall’altra, però, gli americani hanno rieletto un presidente che è il più anti-vita che abbiamo mai avuto!

Perché questa contraddizione?
Credo che al momento delle elezioni molti non riflettano profondamente quanto si dovrebbe. C’è poi chi condivide l’azione di Obama in genere per una sanità sociale, tanto da giustificare il suo voto per lui, pur abortista. Per me questo è un tipo di ragionamento contraddittorio in se stesso…

In Europa quest’anno c’è stata la grande novità delle enormi manifestazioni francesi per la famiglia, contro la rivoluzione antropologica imposta dal presidente Hollande e dalla sua maggioranza con la guardasigilli Taubira…
Si vede che la gente comune ha ancora il senso della legge naturale, la convinzione che c’è un ordine che Dio ha voluto per la sua creazione. Le manifestazioni francesi mi hanno impressionato molto. I francesi sono stati bravissimi, vanno complimentati e imitati, anche se poi il governo è voluto andare avanti lo stesso con la sua rivoluzione innaturale del diritto di famiglia.

C’è un atteggiamento assai diffuso anche tra alcuni cattolici italiani che dicono: “Io non sono d’accordo con i ‘matrimoni gay’, però penso che lo Stato pluralista debba riconoscere anche le unioni tra persone dello stesso sesso”…
È un atteggiamento irrazionale quello di chi ragiona così! Come si fa a dire che si è contrari ai cosiddetti ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso e nel contempo si è d’accordo che lo Stato legittimi la loro richiesta di compiere atti contro natura? Vorrebbe dire contribuire alla distruzione della società, come già è ben documentato dalla storia! La famiglia non potrà sopportare tutto ciò!

Eminenza, è evidente che la questione non è solo cattolica, ma è prima di tutto razionale, di buon senso, dunque condivisibile da tutti…
L’ha ribadito anche papa Benedetto XVI a Westminster, in occasione della visita pastorale nel Regno Unito: “Sì, la Chiesa annuncia queste verità. Però esse non sono proprie della Chiesa, ma della legge naturale che Dio ha iscritto in ogni cuore”. Ogni persona di buona volontà può riconoscere questo.

La Chiesaè bersagliata da attacchi violenti e continui forse perché è una delle ultime istituzioni a difendere il diritto naturale e dunque disturba?
A me questo è chiaro. Nel mio Paese, gli Stati Uniti, la Chiesa è l’unica istituzione di spessore a difendere il diritto naturale. È chiaro che è sotto attacco costante da parte di forze relativiste, materialiste che vogliono che ogni uomo possa scegliere il significato della vita, del matrimonio.

Nelle motivazioni che spingono tali lobby all’attacco c’è anche l’elemento finanziario, visto che i single spendono normalmente di più?
Sì, c’è anche l’elemento finanziario, oltre a quello libertario.

Fonte: Burke: «La marcia per la vita ci dà forza» | Tempi.it.

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