Canada. Questa si chiama cristianofobia | Tempi.it

luglio 9, 2018Amedeo Ceniccola

Se sei un avvocato laureato all’ateneo cristiano Twu e contrario al matrimonio gay, in due province del Canada non puoi più esercitare. La protesta di un delegato per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Egregio Presidente Trudeau,
apprendo dalla stampa che la Corte Suprema canadese, nei giorni scorsi, ha stabilito che la laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’ateneo cristiano “Trinity Western University” non ha alcun valore legale ed è semplice “carta straccia”, accogliendo il ricorso presentato dalle provincie dell’Ontario e Columbia Britannica.
Vale la pena ricordare che trattasi della maggiore Università cristiana – pubblica ma finanziata da privati (cioè un ateneo riconosciuto dallo Stato canadese, ma non sostenuto da fondi pubblici) senza alcun obbligo per nessuno di iscriversi a questa Università. Chi lo fa, lo fa per una libera scelta umana e professionale.

Una domanda nasce spontanea: quale reato hanno commesso gli avvocati laureati alla Trinity Western University per meritare una tale discriminazione? L’unica colpa è quella di aver accettato un codice di condotta che prevede l’impegno a “praticare azioni che nella Bibbia vengono identificate come virtù e di evitare quelle ritenute distruttive”. In poche parole, trattasi di un ateneo cristiano che chiede indistintamente a dirigenti, professori, personale non docente e studenti di vivere “cristianamente”. Un codice di condotta per certi versi abbastanza scontato e per nulla lesivo della libertà della persona, dato che l’iscrizione alla Trinity Western University è su base volontaria.

Ciò, nonostante, i giudici della Corte suprema hanno stabilito che il codice di condotta sottoscritto dagli studenti della Trinity Western University è inammissibile ed ha stabilito la nullità del titolo conseguito. Un’aperta violazione della libertà religiosa e quello che rende questa sentenza (dal vago sapore di cristianofobia) insopportabile è l’assordante silenzio di tanti sepolcri imbiancati che sicuramente avrebbero scatenato il finimondo mediatico se di mezzo, anziché i diritti dei cristiani, vi fossero stati quelli di qualunque altra religione e/o categoria appartenente alla cosiddetta cultura dominante.

Per dirla con franchezza, mi è sembrata una vera “mascalzonata” che non fa onore alla nobile storia dello Stato canadese che tanti, tanti italiani hanno contribuito a sviluppare. Mi auguro che nei prossimi giorni…
Distinti saluti.

L’autore della lettera è delegato per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, diocesi di Cerreto Sannita -Telese- Sant’Agata de’ Goti.

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