Carboidrati negoziabili e condimento cattofobico – di Giampaolo Scquizzato | Riscossa Cristiana

di Giampaolo Scquizzato

ADERIAMO ALL’APPELLO PER FERMARE LA PROPOSTA DI LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA

brlSiamo ormai arrivati al paradosso, al ribaltamento della natura, alla censura della libertà di opinione, al bavaglio mediatico, alla lapidazione subitanea.

Che la vicenda delle frasi anti-gay (ops, dimenticavo omofobiche!) di Barilla (http://www.corriere.it/cronache/13_settembre_26/barilla-no-spot-omosessuali-famiglia-sacrale_f9506e70-268f-11e3-a1ee-487182bf93b6.shtml) potesse suscitare qualche eco o subbuglio si poteva ipotizzare vista l’odierno diffuso tiro al bersaglio contro chiunque osi inoltrarsi in qualsiasi tipo di affermazioni anche lontanamente in dissenso con l’ideologia gay. Ma, francamente, qui siamo proprio arrivati alla frutta, o meglio, stiamo mangiando una pasta scotta, collosa, insipida. Altro che la fame di Alberto Sordi nel film “un americano a Roma”…

L’amarezza per la ritrattazione “obbligata” è già stata aggiornata dal direttore Paolo Deotto (http://www.riscossacristiana.it/la-vicenda-di-barilla-di-paolo-deotto/) ma forse serve ulteriormente specificare come in queste ore si stia verificando un completo ribaltamento della situazione: Guido Barilla è stato “linciato” mediaticamente (pur se aveva specificato di essere a favore dei matrimoni gay), è stato obbligato a pubbliche scuse da un plotone imbufalito per le sue normali opinioni. Arcigay, associazioni omosessuali, blog di tutti i tipi, Grillini (gay net), Dario Fo, politici e infine i suoi stessi familiari, fortemente preoccupati per i danni economici che avrebbe potuto subire l’azienda. Ha detto Luca Barilla, fratello e vicepresidente di Guido: “«Mio fratello ha sbagliato a non esprimersi meglio nel corso di un’intervista concessa spontaneamente e senza nessuna pianificazione al programma di Radio 24. Ha sbagliato, ma ha chiesto scusa perché noi in azienda rispondiamo alla regola che ci diede nostro padre: ‘che nessun dipendente abbia mai a vergognarsi di ciò che fa la Barilla’». per noi della Barilla i giorni successivi alle dichiarazioni che mio fratello ha rilasciato al programma di Radio 24 sono stati drammatici. Le dichiarazioni di mio fratello sono state in poche ore riportate da tutti gli organi di informazione del mondo. I giornali hanno cercato di focalizzare l’attenzione su quei piccoli elementi che avrebbero potuto scatenare la polemica. Così si è creata una situazione drammatica che ha portato decine di nostri clienti in tutto il mondo a chiedere immediatamente quale fosse il pensiero aziendale sulla questione sollevata da mio fratello e quali atteggiamenti avremmo tenuto con i consumatori appartenenti ad altri mondi. Il rischio per noi è stato quello di essere buttati fuori dai loro negozi. Per noi questa situazione avrebbe potuto rappresentare un danno molto grave all’azienda e alle migliaia di suoi dipendenti».

Chapeau!

Franco Grillini gli ha chiesto subito uno “spot riparatore” onde bloccare il boicottaggio commerciale: Dario Fo ha ribadito che il gruppo Barilla deve rappresentare “la famiglia nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi”.

Appunto i nostri tempi…Questi nostri tempi in cui il teorema, il meccanismo predisposto e applicato è ormai ben chiaro e assodato: 1) dici qualcosa anche solo in lieve dissenso contro l’universo LGBTQIA, oppure affermi che l’unica, vera, sola, naturale, incancellabile famiglia è quella formata dall’unione matrimoniale tra uomo e donna; 2) ti azzardi ad organizzare qualche evento o dibattito sul tema; 3) si scatena una guerra mediatica di dimensioni mondiali; 4) sei costretto a ritrattare e a fare pubbliche scuse; 5) devi riparare e scontare la tua cancerogena opinione attraverso una pubblica, visibile e adeguata manifestazione di consenso verso “le meravigliose famiglie di questi nostri tempi”. A questo sillogismo neanche lontanamente aristotelico manca il passaggio finale del carcere che non è lontano da venire con l’approvazione della legge sull’omofobia, che prevede tra l’altro una sorta di rieducazione per l’omofobico.

Pare a me che la rieducazione sia già ampiamente in atto, sibillina, strisciante ma neanche tanto silenziosa naturalmente condita con un buon “sugo all’arrabbiata” di chiara matrice cattofobica: altro che omofobia!

Sì perché i media nazionali mica hanno parlato di quello che è successo a Casale Monferrato dove si è tenuto un convegno organizzato da CL e Alleanza cattolica sul tema del gender e dell’omofobia  e dove un gruppo di contestatori appartenenti a Sel, Pd e giovani democratici ha contestato i relatori al grido di “buffone”, “fai schifo”, oppure minacciando il prof. Mauro Ronco dicendo “basta che lei stia zitto e non la imbavagliamo” (qui il resoconto più preciso http://www.giuristiperlavita.org/joomla/notizie-e-commenti/129-minacce-e-intimidazioni-alla-manifestazione-a-casale-monferrato-interrogazione-al-consiglio-regionale-del-piemonte).

Non questo non s’ha da dire, come non vengono raccontati tanti altri episodi di ostilità, aggressione verbale e fisica verso i cattolici o, comunque, tutti quelli che si azzardano a esprimere opinioni contrarie. Chissà dove sono adesso tutti quelli che gridavano alla “legge-bavaglio”, al regime fascista e liberticida quando durante il governo Berlusconi era in corso di approvazione la legge sulle intercettazioni: non pervenuti! Ma si sa, gli attivisti gay, soprattutto se politici oggi sono sulla cresta dell’onda osannati e celebrati al punto da ritenersi onnipotenti di approvare qualsiasi scriteriato provvedimento, anche, come il presidente della Puglia Vendola, disporre 170.000 euro per sostenere clinicamente chi vuole cambiare sesso (questa è una priorità, altro che le famiglie povere, i giovani disoccupati, le imprese e gli esercizi commerciali stritolati, l’edilizia scolastica ed ospedaliera che cade a tocchi).

Sabato scorso, presenziando al Convegno di Verona sull’ideologia gender, mi sono chiesto se per caso fosse in programma la stracittadina calcistica Chievo-Hellas, tanto che mi sembrava di dirigermi verso uno stadio poco prima del fischio di inizio del derby capitolino o della classica partita tra le rivali Inter-Juve: spiegamento intenso di forze dell’ordine in piazza Brà per evitare che sin dal primo mattino un gruppo numeroso di immancabili contestatori attivisti pro-gay potesse aggredire o interrompere un civile convegno: LIBERTE’, EGALITE’, FRATERNITE’!

Ma tanti, molti lettori, non solo cattolici, anche non credenti e anche voi paladini dell’ideologia LGBTQIA che scandagliate ogni sillaba per gridare all’untore e marchiarlo con il numero della “bestia omofobica”, sapete benissimo che la vera discriminazione oggi è contro chi afferma o testimonia che l’unica vera famiglia naturale è quella voluta da Dio: « Dio creò l’uomo a sua immagine; […] maschio e femmina li creò » (Gn 1,27); « Siate fecondi e moltiplicatevi » (Gn 1,28); « Quando Dio creò l’uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati » (Gn 5,1-2).

Siamo in attesa di sapere se anche contro il presidente della fiera del riso veronese di Isola della Scala Massimo Gazzani si scatenerà la gogna mediatica, giacchè il giorno successivo aveva sostenuto e condiviso le iniziali e poi ritrattate parole di Guido Barilla (http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/27-settembre-2013/festa-riso-non-luogo-gay-2223326115976.shtml). Gazzani ha detto che «La Fiera del riso è una grande festa delle famiglie e per noi la famiglia è intesa mamma, papà e figli. Questi rappresentano tipicamente il nostro visitatore tradizionale, perciò le parole di Barilla sono condivisibili anche per noi. la Fiera di Isola sostiene questo concetto di famiglia ». Gazzani è sicuro che le sue affermazioni non scateneranno un boicottaggio contro la fiera del riso in quanto dice «da noi vengono le famiglie. E poi magari troveremo appoggio in quelle che la pensano come noi». Di questo caro dottor Gazzani potrà esserne sicuro, quelli che la pensano come Lei la sosterranno a parole e per chi crede con la preghiera; per quanto riguarda il boicottaggio e le critiche chi scrive è meno ottimista di lei e attende impaziente i futuri aggiornamenti che a breve (a ore, anzi a minuti, vista la contraerea capitanata da Grillini e Fò) dovranno essere effettuati: Barilla docet. Noi le auguriamo e speriamo che in Lei alberghi la fortezza, che sia più pervicace di fronte all’assalto mediatico.

Ma si sa, la pasta e i carboidrati sono negoziabili, commerciabili, contrattabili, sottocosto, 3×2: i principi naturali iscritti da Dio Creatore nella natura da Lui creata e soprattutto nel cuore di ogni uomo, sono non negoziabili, indelebili, incancellabili. Checchè ne pensi l’uomo d’oggi, nonostante ogni legiferazione in merito.

Alle famiglie cristiane, a tutte le famiglie formate da uomo e donna, anche se ferite, in difficoltà, che faticano ad arrivare a fine mese diciamo di mangiare la pasta che vogliono, non serve boicottare Barilla perché è a favore del matrimonio gay o perché costretto a ritrattare il suo pensiero. Voi, care famiglie, a differenza di Barilla, non dovete vergognarvi di niente, continuate a pranzare benedicendo la mensa e ringraziando il Signore per ogni dono che avete sulla tavola, magari mangiando i maccheroni con la gioia e  l’avidità di Alberto Sordi: “Maccarone m’hai provocato e io te distruggo, io me te magno…

Fonte: Carboidrati negoziabili e condimento cattofobico – di Giampaolo Scquizzato | Riscossa Cristiana.

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