Caso “ Preiti “: atto di follia? Esiste il nodo dell’imputabilità per i malati di mente?

Purtroppo in Italia gli scarsi Servizi di prevenzione psichiatrica, il budget modesto assegnato alla sanità, le famiglie, la società specie anziana, quasi tutto abbandonato da troppo tempo dalle Istituzioni !

La cultura verso le persone anziane, che non ho nessuna remora a definire maltusiana o genetista, se si sviluppa comporta una situazione gravissima in quanto ingenera nell’opinione pubblica convinzioni devastanti sul piano sociale e diseducative per i giovani, portati a credere che gli anziani altri non sono che un peso inutile. Sussiste, quindi, una palese contraddizione con gli sforzi della ricerca scientifica per l’allargamento della speranza di vita. La sanità italiana, che occupa tra i Paesi Europei l’ultimo posto, deve la propria situazione deficitaria agli sprechi ed al mal utilizzo delle risorse finanziarie.

E’ una sanità molto, molto, molto malata, Signor Ministro della Salute !

Amministrare, significa prevedere, quindi porre la dovuta attenzione alle priorità e questo lo devono soprattutto porre in essere le Istituzioni verso il mondo della sofferenza, delle persone deboli ed indifese .

Tornando al quotidiano, ancora una volta si rinnovano quegli episodi tragici che sembrano essere una prassi consolidata, una “licenza di uccidere” e sull’onda dell’allarme sociale questa volta, non ultima, con lucida follia, premeditazione, freddezza tale Luigi Preiti ha sparato con una pistola a due carabinieri in servizio a Roma in Piazza Colonna, creando una confusione ed un terribile terrore tra i passanti .

Quanta infinita riconoscenza, solidarietà, gratitudine la si deve a questi tutori dell’ordine, quanta amarezza pervade nell’opinione pubblica che teme per la proria incolumità !

Questo ennesimo “gesto” Preiti viene descritto da un noto quotidiano che “ il disagio sociale non giustifica le pallottole esplose contro i due servitori dello Stato” e quindi penalmente premeditato, ma l’opinione pubblica lo ritiene “atto o raptus di follia”, perché anche se temporaneamente, esso è dettato da una mente malata, molto malata, profondamente malata !

Se non è considerato tale, allora “ottiene” i benefici derivanti nella commedia degli equivoci ( “incapacità di intendere o volere”, od altro “inghippo giuridico” ), per poi un giorno, questi autori, essere “fuori dalle patrie galere”o dai OPG ed “autorizzati” ad uccidere ancora !

Dobbiamo considerare che questo “misfatto”, questa “disgrazia”, questa “tragedia”, forse, è da ri-collegare a quella “piaga” che colpisce ormai un quinto dell’umanità di persone che soffrono a causa di disturbi mentali e che nell’Europa dei 27 non ha ancora una Direttiva Comunitaria, cioè con uguale valenza in tutti gli Stati UE come da noi richiesta da tempo al Parlamento Europeo.

Ancora una volta dobbiamo ri-tornare sull’allarme derivante da gravi fatti che avvengono quasi giornalmente nelle famiglie e nella società, come quello di Roma, problema sociale da tempo affrontato nei temi della perizia psichiatrica inerente “l’insano di mente” da trattare in modo diverso dal “normale”, le cui vicissitudini nelle varie articolazioni torna puntualmente di attualità.

Oggi, nell’anno di grazia 2013, quanto abbiamo ipotizzato, ri-apre il movente della “perizia psichiatrica” per raggiungere quella ipotesi giuridica, ripeto, della “incapacità di intendere e volere”, spesso considerata da parte delle parti offese indefinibile ed inconcepibile sulla non imputabilità dell’autore di un “reato”, di un “ fattaccio”, di un “avvenimento” improprio, tanto da far restare noi e l’opinione pubblica molto preoccupati nella considerazione di ritenere una insicurezza del vivere sociale .

Il problema dell’imputabilità penale e le dinamiche dei fatti, come ansia, schizofrenia, depressione che interessano, purtroppo oggi, anche l’età giovanile in pazienti che non hanno conoscenza e coscienza della propria malattia, è argomento che lasciamo alla competenza professionale degli “addetti ai lavori”, che si dibatte tra le pericolosità sociali del “matto”, del’ “insano”, del “furioso”, del “demens”, del “mentecatto” del “maniaco”e le condizioni psicofisiche dello stesso “imputato”.

Ma tutto questo, però, grandemente preoccupa l’opinione pubblica che teme, giustamente, per la propria incolumità, argomento che abbiamo condensato in una Petizione diretta al Parlamento Italiano il 18 marzo 2013 !

Dobbiamo ricordarci sempre, che persone mentalmente malate, esecutori di tragedie di natura familiare o di stravolgimenti della normalità, possano, tutt’ora entrare uscire o ri-entrare nei vituperati Ospedali Psichiatrici Giudiziari ( la cui ventilata chiusura è stata spostata al 1 aprile 2014 (?) per impostare strutture ad hoc), o ri-tornare tranquillamente in famiglia e conseguentemente nella società, la quale in tale maniera resta, ripeto, completamente indifesa ed in balia di “costoro” che si devono ritenere e certamente considerare socialmente pericolosi.

Ancora oggi, in questa “vacatio legis”, in questo mancato Regolamento d’Applicazione di quegli interventi legislativi che erano e sono necessari, il Giudice rinvia questi “rei”, molto spesso da considerarsi malati, in strutture OPG definibili manicomiali da 35 anni che dovevano essere chiusi, come stabilivano le leggi 180 e 833 del 1978 .

Ora la nostra preoccupazione come quella dell’opinione pubblica ritorna, in quanto si può “riesumare” la indiscussa “perizia psichiatrica”, considerato un rifugio giuridico, un “sistema” concepito con lo scopo, forse, di introdurre il reo negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ed evitare il normale carcere.

 Lo spirito della legge Basaglia, “padre della legge sul manicomio”, era quello giusto sulla chiusura definitiva di tutte le strutture, ipotizzando la riconversione delle stesse in grado di garantire interventi integrati e dignitosi di cura per il “malato”, da considerare persona umana, oggi formalmente richiesto, con la n/s Petizione, nel “ri-vedere” molto velocemente quelle leggi 180 e 833 del 1978 .

Questi “manicomi giudiziari”, chiusura che doveva avvenire ripeto da 35 anni con l’adeguamento della normativa penale a quella civile, ( ancora oggi 2013 sono in contrasto con la Costituzione Italiana, con le stesse leggi 180 e 833, con il coordinamento dei sistemi sociali affrontate dal Regolamento CE 883/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale ), le quali dovevano restare nelle “linee guida” per la chiusura degli ex ospedali psichiatrici, mirate ad una assistenza ed ai interventi riabilitativi di questi “desaparecidos della n/s civiltà”, considerandoli persone invalidate e bisognevoli di cure, come aveva “avvertito” nel 2005 in Italia durante una visita il dottor Gil- Robles ex-Commissario Europeo per i Diritti Umani della Unione Europea .

Sollecitiamo le Istituzioni Legislative e soprattutto il Governo Letta, affinché si adoperino per iniziare l’iter di una legge-quadro di riordino dell’assistenza psichiatrica, richiesta dal 7 ottobre 1998 con Petizioni dalla n/s Associazione, invece di inutili e dannose litigiosità che non servono a nessuno, ma preoccupano i cittadini per la loro incolumità e per non dover assistere ancora una volta a questi “ sotterfugi” legali”, che non procurano giustizia, ma sanno più di offesa alla dignità ed ai diritti della persona !

Da anni in Italia vige un velato silenzio sulle condizioni in cui “vivono le famiglie degli handicappati psicofisici e gli stessi sofferenti, per la scarsità di strutture sanitarie e riabilitative in quasi tutte le Regioni , che non hanno saputo interpretare le esigenze e le necessità delle famiglie, mentre in Europa siamo riusciti a far “rimuovere” un’attenzione verso questo comparto di sanità pubblica.

Non ci stanchiamo di citare una parola di elogio ai benemeriti Istituti Cattolici Religiosi, ( quali don Orione, don Guanella, don Gnocchi, per fare qualche esempio.) per la loro generosa ospitalità ed assistenza, peraltro essenziale, data la scarsa ricettività pubblica, perché per le famiglie il vero dramma è costituito, spesso, dalla solitudine in cui vengono a trovarsi.

E non ultima, anche una parola di elogio ai NAS dei Carabinieri ed alle Forze dell’Ordine, le cui azioni sono indirizzate alla tutela dei diritti e della dignità dei disabili, come è avvenuto fin’ora, svolgendo un’opera meritoria e di garanzia giuridica, come la svolgevano i due Carabinieri di Roma .

Al di là delle barriere architettoniche ed intellettive che offendono tutti, abili ed handicappati, questi “ostacoli” si ritorcono, anche, contro le Istituzioni che continuano a porre in atto disinteresse verso le famiglie provate dalla disabilità in qualche suo componente, che fatica a stare al passo o interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche all’incontro del dialogo col mondo della sofferenza.

Infatti le Istituzioni esperte di umanità e socialità,”non sentono, non vedono, non odono”!

Ed in questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto con i loro malati, mentre è in pericolo la società civile.

Bisogna ricordare che nel campo della solidarietà assieme alla Costituzione Italiana, la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” delle Nazioni Unite del 6 dicembre 2006 e la Costituzione Europea nel Titolo 4° art.II-94-95, tutte garantiscono la sicurezza sociale e la protezione della salute umana, pertanto è sperabile che questi ”principi ” siano estesi per tutti i “malati” degli Stati d’Europa, come noi abbiamo auspicato nel fallito n/s Ricorso n.44330/06 alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo”, ma ri-chiesto con insistenti Petizioni al Parlamento Europeo .

La nostra speranza, che poi è quella di tutti, che le Istituzioni non ignorino quella attenzione preferenziale per chi è più debole ed indifeso, che è fondamentale esigenza per noi cristiani e sentimento di autentica umanità e solidarietà per i cittadini.

Ma a quante morti dobbiamo ancora assistere e su quante coscienze esse peseranno nell’ignobile gara di ipocrisia dove insiste il disinteresse o si cerca di trovare altrove le cause di tutto questo ?

Ed ancora, ma dove è finita la solidarietà sociale che dovrebbe porre difesa e protezione piuttosto che  esaltare l’espressione di quanti riconoscono maggiormente il valore degli animali e che in tale maniera pongono l’uomo allo stesso livello, se non sotto ?

Il  “fattaccio”di Roma sarà il più recente in ordine di tempo, ma fa tornare alla memoria tristi episodi del passato e non escludono purtroppo in futuro situazioni di analoghi disagi riguardanti l’handicap in genere, specie quello psichico .

E’ augurabile che il Governo Letta ancora una volta non  sfugga a provvedimenti legislativi per questo grave, urgente disagio sociale !Lo farà ? Mah !

Con le sagge parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza!”

Previte

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