C’è la crisi, aumentano le truffe ai danni dei religiosi – Vatican Insider

Parrocchie e congregazioni nel mirino di personaggi che approfittano della bontà e della solidarietà per raggiri e furti

Fabrizio Mastrofini

I casi si moltiplicano, come si capisce dalle lettere e dagli articoli sulle riviste e sui siti cattolici. Le formule della truffa sono le più diverse. Si va dal fantomatico direttore di una Caritas che telefona al vero direttore di una Caritas diocesana di una città vicina perché un suo operatore in missione è stato derubato e impossibilitato a prendere il treno. Si chiede dunque di recarsi in stazione, trovare la persona, portargli i contanti, promettendo di rimborsare il prima possibile. Naturalmente i soldi indietro non arriveranno.
Va per la maggiore la richiesta di un bonifico per alcune centinaia di euro per poter sdoganare un sostanzioso lascito di un benefattore svizzero. In questa rete, tessuta abilmente da un tale Vittorio Casoni, sono caduti decine di parroci, congregazioni religiose femminili e istituti dell’Emilia Romagna. I colpi messi a segno sono almeno 23. Altre truffe effettuate dalla stessa persona lo vedevano presentarsi a diversi parroci chiedendo soldi per comprare medicine. Alla fine, per fortuna, è stato arrestato.
Se sei parroco o rettore di santuario, spiega don Marcello Matté, potresti ricevere la visita di persone, soprattutto slavi, che dichiarano di essere specializzati in dorature e restauri, presentando come referenza documenti vaticani e dei propri vescovi. Naturalmente falsi ma tanto basta a convincere i sacerdoti ad affidare loro calici, pissidi ed oggetti in oro che naturalmente svaniscono. Il fenomeno è vasto sebbene ancora abbastanza sommerso a causa della vergogna delle vittime che in tanti casi omettono di presentare denuncia. Anche perchè si tratta di ignori, nel senso più letterale del termine. In ogni caso qualcosa si muove per prevenire.

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