Charlie Hebdo, Magdi Allam: “Ora attentati da mettere in conto in tutta Europa. Colpa nostra…” | intelligonews

La strage nella redazione di Charlie Hebdo sconvolge la Francia e l’Europa intera. IntelligoNews ne ha parlato con Magdi Allam, giornalista ed ex europarlamentare… Andrea De Angelis 7-1-2015

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Quanto accaduto a Parigi era prevedibile? La Francia è in una situazione comunque diversa dall’Italia oppure il discorso interessa più in generale l’Europa?

«Il discorso sicuramente interessa tutta l’Europa. Secondo un dato ufficiale del coordinatore dell’antiterrorismo Ue, risalente a sei mesi fa e dunque da aggiornare, attualmente ci sono migliaia di cittadini islamici con cittadinanza europea che combattono con l’Isis in Iraq e in Siria. La Francia è in aggiunta il Paese che conta il maggior numero di musulmani in Europa, stimati in circa sei milioni.
In questo contesto gli attentati terroristici sono da mettere in conto in tutta Europa, dove la Francia e la Gran Bretagna sono maggiormente a rischio. Ricordo che in Gran Bretagna lo scorso maggio è stato decapitato un giovane soldato britannico».

Intanto si moltiplicano le chiavi di lettura per capire come l’Europa possa essere arrivata a questo punto. Tra le altre c’è chi punta il dito contro il buonismo di una certa sinistra che fa almeno in parte da apripista a queste e altre forme di integralismo. Lei è d’accordo?

«Sicuramente alla base c’è una ideologia relativista che mette in soffitta la ragione, non vuole entrare nel merito dei contenuti e mette sullo stesso piano tutte le religioni attribuendo pari valori e pari dignità all’ebraismo, al cristianesimo e all’islam. Il risultato è che si accordano ai musulmani delle prerogative che sono in contrasto con lo Stato di diritto, con i valori fondanti della nostra civiltà». 

Ad esempio?

«Pensiamo alla poligamia che è legittima per gli islamici e che viene praticata anche in Europa. Persino in Italia ci sono stati dei casi in cui sono stati riconosciuti i contributi sociali alla seconda moglie perché essendo quel matrimonio poligamico contratto in un Paese dove la poligamia è legittima, l’Italia è tenuta a tener conto delle conseguenze di ciò. Deroghe rispetto a quanto la Legge italiana prescrive, ed è un fatto che succede in Gran Bretagna, in Germania e altrove, rappresenta il terreno che consente di edificare uno stato islamico all’interno stesso dell’Europa». 

C’è anche una tempistica dietro la strage di oggi? Inizio anno, all’indomani di una festa cristiana quale è l’Epifania…

«La tempistica è a mio avviso relativa, in Francia oggi esce un romanzo di Houellebecq e potrebbe essere quello eventualmente il nesso. Però attenzione: le cellule terroristiche islamiche operano in un contesto di grande autonomia, dall’approvvigionamento di armi al reclutamento di militanti. Credo che la tempistica sia dunque secondaria anche perché prendere alla sprovvista il nemico garantisce il miglior successo all’attentato». 

Venendo al libro di Houellebecq, questa fine della società illuminista la trova d’accordo? Non è tanto il terrorismo ad essere forte quanto l’Europa a mostrarsi debole?

«Assolutamente sì. Se noi torniamo indietro con la storia, a partire dal VII secolo l’islam si è rapidamente diffuso sulla sponda meridionale e orientale del Mediterraneo più per la debolezza dei cristiani, che allora rappresentavano il 99% della popolazione, che per la forza degli islamici. La debolezza dell’Europa è ciò che consente l’arroganza, l’arbitrio, l’aggressività e il terrorismo islamico.
Il contesto che legittima tutto questo è il multiculturalismo che fa implodere la società dal suo interno».

Massimo Fini in una nostra intervista ha sostenuto che questa è la risposta di chi è stato attaccato, una sorta di rappresaglia nei confronti dell’Occidente. Come legge questa interpretazione?

«Non voglio polemizzare con nessuno, l’opinione di Massimo Fini non mi interessa. Valuto sulla base di quella che è la realtà e non su visioni ideologiche. In ogni caso dobbiamo comportarci come chi si vuole del bene, questa è casa nostra, è la nostra società, la nostra civiltà e dobbiamo difenderla. 
Non possiamo giustificare in nessun modo il terrorismo islamico. Massimo Fini sbaglia di grosso perché esso è intrinsecamente di natura aggressiva e non reattiva, sbaglia se lo immagina come una reazione a qualcosa. Non c’è terrorismo islamico solo per la presenza di burattini che si devono vendicare, ma sussiste solo se c’è il burattinaio che strumentalizza i burattini a prescindere da qualsiasi altra considerazione».

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