Chi dà i numeri al Papa?

lunedì 14 luglio 2014

Ho trovato questo interessante articolo di Marco Tosatti, sulla Stampa e col permesso dell’autore, che ringrazio, lo ripropongo su CulturaCattolica.it

E’ difficile scrivere di un oggetto vago e dai contorni sfumati quale è un’intervista smentita, anzi no, smentita un po’ ma non nel senso generale, come quella nata dal colloquio fra Eugenio Scalfari e il Papa. Ma c’è un punto del colloquio che merita attenzione, perché pone questioni di grande peso. Ed è quello degli abusi.
A un certo punto, nella sua ricostruzione, Scalfari scrive, partendo da una sua domanda: Un fenomeno molto diffuso?
Molti miei collaboratori che lottano con me mi rassicurano con dati attendibili che valutano la pedofilia dentro la Chiesa al livello del due per cento. Questo dato dovrebbe tranquillizzarmi ma debbo dirle che non mi tranquillizza affatto. Lo reputo anzi gravissimo. Il due per cento di pedofili sono sacerdoti e perfino vescovi e cardinali. E altri, ancor più numerosi, sanno ma tacciono, puniscono ma senza dirne il motivo. Io trovo questo stato di cose insostenibile ed è mia intenzione affrontarlo con la severità che richiede.

La frase finisce così, senza che le virgolette si chiudano.

Ma è la cifra del 2 per cento riportata da Scalfari che crea molta perplessità. E ci si deve chiedere: a) se il Papa l’ha veramente detta; b) chi gli ha fornito la cifra; c) se Scalfari l’ha riportata correttamente.
I preti nel mondo sono circa 410mila. Due per cento vuol dire più di ottomila. Un dato che contrasta con tutti quelli conosciuti finora.
L’UCCR in un suo articolo recente scrive: “Ma quanti sono i preti macchiatisi di pedofilia? Il Vaticano ha rivelato i numeri ufficiali davanti al 52esimo Comitato Onu contro la tortura: tra il 2004 e il 2013 un totale di 884 membri del clero sono stati ridotti allo stato laicale nell’ambito dello scandalo della pedofilia. Altre misure disciplinari sono state prese nei confronti di 2.572 sacerdoti (spesso perché ormai in età avanzata o malati). Questi dunque i numeri su cui ragionare. Se sommiamo 884 a 2.572, in totale abbiamo 3456 sacerdoti cattolici pedofili in dieci anni. I preti cattolici nel mondo, secondo l’Ufficio statistiche del Vaticano, sono circa 410mila, una media approssimativa tra i 405mila del 2000 e i 413mila del 2010, numeri simili a quanti ce n’erano negli anni ‘60 e ‘70. Il calcolo è presto fatto: i 4000 preti pedofili corrispondono allo 0,8% dei preti cattolici in attività negli ultimi 10 anni. Anche se un solo caso di abuso è già troppo, possiamo rilevare che non si tratta affatto di percentuali elevate, anzi, decisamente modeste rispetto a quelle che colpiscono genitori, compagni, insegnanti, allenatori e parenti in generale (la maggior parte sposati, dunque non celibi)”.
Il professore Davide Cito, della Pontificia Università Santa Croce, che lavora in questo campo con le istituzioni della Santa Sede parla di 400 casi all’anno che giungono a Roma per essere valutati. E sottolinea che nel 90 per cento dei casi si tratta di vittime maschi e adolescenti, dai 16 ai 18 anni; quindi non di pedofilia si tratta, ma di efebofilia, legata al fenomeno dell’omosessualità.
C’è da chiedersi perché il Papa non metta in luce questa differenza così importante.
Non solo: nel 2010 il “Grande Inquisitore” vaticano, adesso vescovo a Malta, Charles J. Scicluna, collaboratore di Benedetto XVI nella grande battaglia intrapresa da quel papa contro il fenomeno degli abusi di ogni genere, diceva: “In questi ultimi nove anni (2001-2010) abbiamo valutato le accuse riguardanti circa 3000 casi di sacerdoti diocesani e religiosi che si riferiscono a delitti commessi negli ultimi cinquanta anni. Possiamo dire che grosso modo nel 60% di questi casi si tratta più che altro di atti di efebofilia, cioè dovuti ad attrazione sessuale per adolescenti dello stesso sesso, in un altro 30% di rapporti eterosessuali e nel 10% di atti di vera e propria pedofilia, cioè determinati da una attrazione sessuale per bambini impuberi. I casi di preti accusati di pedofilia vera e propria sono quindi circa trecento in nove anni. Si tratta sempre di troppi casi – per carità! – ma bisogna riconoscere che il fenomeno non è così esteso come si vorrebbe far credere”. Quindi, c’è da chiedersi: se Scalfari – ed è da dimostrare – ha ricordato giusto, chi dà i numeri al Papa?.

Fonte: Chi dà i numeri al Papa?.

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