Ci ho ripensato. Bisogna proprio chiedere scusa | CulturaCattolica.it

Bisogna «chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono».

• Per tutte le volte che abbiamo messo in un angolo i movimenti che erano e sono fonte di annuncio, testimonianze vive di una fede che appassiona giovani e adulti.
• Per tutte le volte che abbiamo escluso dalla pastorale ordinaria realtà (penso ai Francescani dell’Immacolata) che hanno dato vocazioni alla Chiesa, vocazioni capaci di aggregare nuovi fedeli entusiasti al Signore.
• Per tutte le volte che abbiamo prese per vere riduzioni dell’insegnamento del Papa Francesco (penso alla intervista di Scalfari su Repubblica) che ne hanno ridotto l’insegnamento a un cristianesimo «distillato» e incapace di muovere il cuore.
• Per tutte le volte che abbiamo letto e diffuso con entusiasmo libri e parole di Enzo Bianchi, che mai ha ritrattato la sua firma a un documento che infangava il magistero di Giovanni Paolo II e la sua dottrina morale chiara e coraggiosa.
• Per tutte le volte che quindi abbiamo tenuto lontano i non credenti con un insegnamento che rifletteva di più le nostre ideologie invece che quello che Gesù ci ha insegnato attraverso i papi santi che ci ha donato in questi ultimi tempi.

È vero, dobbiamo chiedere scusa ai non credenti perché abbiamo dato loro, per l’ottusità di tanti «falsi maestri», un cristianesimo incapace di trasfigurare la vita. Ce lo ha detto tempo fa il convertito Oliver Clément: «un pietismo impaurito dalla vita, privo di qualsiasi dinamismo di trasfigurazione» [La rivolta dello Spirito, Jaca Book 1980, pag. 35]. Allora la ricetta prevede di riconoscere il soffio dello Spirito come ci ha detto Papa Francesco: «La Chiesa di Pentecoste è una Chiesa che non si rassegna ad essere innocua, troppo “distillata”. No, non si rassegna a questo! Non vuole essere un elemento decorativo. È una Chiesa che non esita ad uscire fuori, incontro alla gente, per annunciare il messaggio che le è stato affidato, anche se quel messaggio disturba o inquieta le coscienze, anche se quel messaggio porta, forse, problemi e anche, a volte, ci porta al martirio».

Del resto già lo diceva Gesù: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché chiudete in faccia agli uomini la porta del Regno dei cieli. Voi, infatti, non vi entrate e non permettete che vi entrino coloro che vorrebbero entrarvi.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché girate per mare e per terra per fare anche un solo proselito e, fatto che sia, ne fate un figlio della geenna, due volte più di voi.
[…] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, i quali dall’esterno appaiono belli, ma dentro son pieni di ossa di morti e di ogni immondezza. Allo stesso modo anche voi all’esterno sembrate giusti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che edificate i sepolcri ai Profeti e dite: “Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati i loro complici nel versare il sangue dei Profeti”. In tal modo testimoniate contro voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i Profeti e allo stesso tempo colmate la misura dei vostri padri.»
Attenti a chi chiede scusa per i peccati degli altri, senza accorgersi delle proprie responsabilità e connivenze!

Fonte: Ci ho ripensato. Bisogna proprio chiedere scusa.

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