Cina: cosa significa il cambio di governo per la chiesa?

Dal Congresso del Partito Comunista cinese esce una nuova leadership per la seconda superpotenza al mondo, sostanzialmente in linea con la precedente. Ciò probabilmente non influenzerà l’attuale politica delle autorità cinesi riguardo la Chiesa. La maggior parte dei cristiani cinesi sperimentano una libertà crescente, ma alcuni pastori tutt’ora sono in carcere per la loro attività evangelistica.

La Cina ha vissuto in questi giorni un cambio ai vertici, con la chiusura del Congresso del Partito Comunista cinese. Dai delegati del Congresso è stato eletto un nuovo Comitato Centrale, che elegge poi il Politburo, un organo composto da un’elite di 25-30 persone, in seno al quale, a sua volta, si eleggerà il Comitato Permanente, considerato il vero governo della Cina . Xi Jinping è stato scelto come nuovo Segretario Generale del partito al posto di Hu Jintao. Ebbene, secondo Xiao Yun, direttore di Porte Aperte/Open Doors in Cina, questo cambio ai vertici molto probabilmente non influenzerà l’attuale politica delle autorità cinesi riguardo la Chiesa.

Fintanto che noi comunichiamo ogni aspetto della nostra vita alle autorità, esse tendono a lasciarci in pace”, ci ha detto un leader di una chiesa non registrata (le cosiddette comunità familiari), riferendosi al trend di controlli degli ultimi tempi. Sempre più leader in Cina ci danno queste risposte, facendoci pensare a una maggiore libertà d’azione del cristianesimo, il che spiega l’enorme crescita della Chiesa cinese, divenuta la più grande chiesa perseguitata del mondo e la sesta chiesa per numero di membri al mondo.

I leader nel partito comunista non sono democratici. Vogliono rimanere al potere, anche dopo aver lasciato il loro incarico ad altri. Ciò significa che quando scelgono un successore, tende ad essere qualcuno che segua le loro stesse orme”, ci spiega Yun. Il cammino precedentemente intrapreso dal governo cinese (e che sarà presumibilmente portato avanti dai nuovi leader) prevede nuove politiche per rafforzare lo sviluppo economico, misure sempre più dure contro la corruzione e qualche riforma politico-sociale di piccola entità.

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