Cina, il governo: “Stop alla diffusione del cristianesimo nelle università” – Vatican Insider

Un documento del partito comunista è stato reso noto da un’organizzazione per la difesa dei diritti umani

Marco Tosatti

“China Aid”, un’organizzazione per la difesa dei diritti umani e in particolare dei cristiani, ha reso pubblico un documento di alto livello del Partito comunista cinese. Il testo oggetto di questa “fuga” è stato distribuito dal Comitato centrale del Partito alle autorità di governo nazionali e locali, chiedendo loro di agire contro la diffusione crescente del cristianesimo nei campus universitari.
Il documento definisce l’evangelizzazione dei campus universitari cinesi una “infiltrazione mirata”, da parte degli Stati Uniti, nel tentativo di indebolire la crescita della Cina. Suggerisce fra l’altro di licenziare o espellere i professori e gli studenti che si impegnano in attività cristiane illegali.
L’interesse di questo scoop da parte di China Aid è quello di confermare quanto già si supponeva: e cioè che la spinta principale contro il cristianesimo, in particolare quello evangelico, ma non solo, viene direttamente dal più alto livello di governo; una scelta che non sembra destinata a mutare almeno nel futuro a medio e breve termine, con il previsto cambio ai vertici.
Il testo porta la data del 15 maggio dello scorso anno, e si intitola: “Suggerimenti per far un buon lavoro per resistere all’uso straniero della religione per infiltrare gli istituti di istruzione superiore e prevenire l’evangelizzazione dei campus”. E’ cifrato come “documento 18”, ed è stato redatto in uno sforzo congiunto dai ministeri dell’Istruzione, della Sicurezza pubblica, della Sicurezza dello Stato e degli Esteri, oltre che dall’Amministrare degli Affari religiosi e dal Comitato unito del fronte del lavoro, l’organismo di Partito che sovrintende ai problemi religiosi.

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