Cina, nel 2011 «+40% di persecuzioni»

E’ quanto denuncia un rapporto dell’ong ChinAid. Forti pressioni del Partito sulle «chiese domestiche» e i cattolici che vogliono restare fedeli al Papa

Brutte notizie da oltre la Grande Muraglia. Nel 2011 la repressione sui cristiani e le diverse Chiese in Cina, da parte dello Stato, è peggiorata in maniera «significativa». Prendendo in esame il numero totale di casi di persecuzione, di persone fisiche perseguitate, di persone arrestate e i casi di abuso, tra l’anno passato e il 2010 si nota un’impennata del 42,5% di tali episodi anti-cristiani.

È quanto denuncia un recente rapporto di ChinAid, un’associazione che si batte per la libertà religiosa in Cina, presieduta da Bob Fu, un dissidente che ha trovato rifugio negli Stati Uniti. Secondo tale documento, «nel 2011 si è rivelato in crescita l’intensificarsi degli attacchi contro quei cristiani e quelle chiese domestiche che hanno un impatto sulla società».

ChinAid svela anche il perché di tale stretta anti-cristiana: «Nel dicembre 2110 la Commissione per la sicurezza pubblica del Comitato centrale del Partito pubblicò un documento segreto per colpire le Chiese domestiche cinesi con una campagna chiamata “Operazione Deterrenza” ».

«Nell’aprile del 2011 – prosegue il rapporto – la Commissione Usa sulla libertà religiosa ha reso noto una dichiarazione del capo dell’Amministrazione statale sugli affari religiosi, Wang Zuo’an, il quale chiedeva ai funzionari governativi di rendere più intensi gli sforzi per “guidare” i cristiani non registrati a frequentare le chiese controllate dallo Stato. Inoltre lo stesso Wang sottolineava gli sforzi ulteriori per negare la libertà ai cattolici cinesi di avere vescovi nominati con l’approvazione del Vaticano». Tale direttiva si rivolgeva anche contro musulmani e buddisti.

Sferzante il commento di Bob Fu, fondatore e presidente di ChinAid: «Le chiese domestiche, il cui unico impegno è l’adesione a Cristo e l’evangelizzazione, devono operare come gruppi illegali facendo così attività religiosa illegale. Ciò le espone di conseguenza alle punizioni amministrative inflitte dallo Stato».

Fonte: http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=4442

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