CINA – VATICANO Lettera al vescovo di Shanghai: “Nessuno può strapparle la dignità episcopale, nessuno può rapirle la pace del cuore – Asia News

di Little Lamb

Un fedele della diocesi di Shanghai scrive al suo vescovo, agli arresti domiciliari nel seminario di Sheshan. Mons. Taddeo Ma Daqin è stato “punito” dall’Associazione patriottica per la sua ubbidienza al papa: il giorno della sua ordinazione, egli ha rifiutato la comunione con vescovi scomunicati e si è dimesso dall’organismo di controllo della Chiesa. Il leader Xi Jinping ha promesso rispetto della Costituzione: farà giustizia anche per il caso Ma Daqin? I fedeli di Shanghai pregano che Xi Jinping sia investito di saggezza.

Shanghai (AsiaNews) – Mons. Taddeo Ma Daqin, vescovo ausiliare di Shanghai è isolato e agli arresti domiciliari. Ma egli  non è solo:  i suoi fedeli e la Chiesa universale sono uniti a lui nella preghiera.  L’Associazione patriottica (Ap) e la cosiddetta Conferenza episcopale cinese hanno strappato a mons. Ma il titolo di vescovo di Shanghai. Sua “colpa” è essere stato obbediente al papa:  è uscito dall’Ap (un’organizzazione “inconciliabile con la dottrina cattolica”) e si è  rifiutato di farsi ordinare da vescovi scomunicati.

Un cattolico della diocesi di Shanghai, con lo pseudonimo di “Piccolo agnello” (Little Lamb), ha scritto una lettera natalizia al suo amato e coraggioso vescovo, in cui esprime tutta l’amarezza e l’indignazione della comunità verso le autorità politiche che perseguitano il prelato. Little Lamb ricorda le promesse di giustizia e di rispetto dei diritti costituzionali della leadership e domanda giustizia per mons. Ma e  per tutti i cattolici cinesi. L’originale della lettera è in cinese. Traduzione italiana e inglese a cura di AsiaNews.

Per il nostro amato mons. Ma, la mia lettera di Natale

Carissimo mons. Ma,

Natale è alle porte. Voglio scriverle questa lettera per inviarle I miei sinceri auguri di un gioioso Natale e di un Benedetto nuovo anno. Confido che il Bambino Gesù, al quale lei si affida, le darà abbondante grazie e una pace e gioia interiori che il mondo non può togliere.

Fra le memorie più indimenticabili della vita di una persona vi è senz’altro il giorno del matrimonio. Per le persone consacrate vi è il giorno della promessa dei voti, l’ordinazione sacerdotale o episcopale, il momento in cui essi dedicano la loro intera vita all’amatissimo Gesù Cristo.  Caro mons. Ma, è davvero un peccato che lei, dal giorno della sua ordinazione episcopale, il 7 luglio scorso, non abbia potuto condividere con gli altri la gioia di diventare vescovo o di ricevere congratulazioni.

Al momento lei sta subendo un irragionevole “provvedimento adeguato”. Ma ad ogni modo, Cristo ha profuso gioia, pace e benedizione nel suo cuore. La grazia che Dio dà non può essere tolta da nessuno. Nessuna persona o organizzazione può revocare il suo ministero episcopale o togliervi il titolo e la nomina. Il sacramento dell’ordine che lei ha ricevuto, le ha lasciato un segno indelebile, che non è solo un “titolo civile”.

Caro mons. Ma, lei è il nostro bravissimo vescovo. La sua fermezza nella fede ci mostra le qualità da vivere in questo “Anno della fede”. Certo, la fede non è solo una serie di cose da credere, ma un rapporto fra gli esseri umani e Dio, pieno di sincerità, fiducia e amore. Per testimoniare la propria fede, alcuni non temono  la prigione; ancora di più per testimoniare la nostra fede nella Santissima Trinità, il nostro vero Dio!

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