Come le coppie immigrate vedono la famiglia occidentale

Vita e Pensiero n.1 gennaio-febbraio 2013


Culture familiari differenti da quella d’Occidente vivono in modo peculiare questioni come il matrimonio, il rapporto con il partner e la sessualità. È condiviso, invece, il valore cruciale dei figli. Un’indagine su coppie provenienti da Pakistan, Marocco e Filippine.


Marialuisa Gennari

 

Cosa pensano e come si confrontano le coppie immigrate e stanziate stabilmente nel nostro Paese con la cultura italiana sui temi relativi alla famiglia? La risposta alla domanda rappresenta il parziale esito di una ricerca svoltasi negli anni 2005-2010, da parte di un gruppo di psicologi sociali e clinici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da due gruppi di ricerca di altri atenei italiani (La Sapienza di Roma e Università di Catania).

Tra gli altri strumenti impiegati, a coppie di provenienza dal Pakistan, dal Marocco e dalle Filippine sono state proposte 10 immagini rappresentanti la coppia e la famiglia occidentale; è stata chiesta una lettura dell’immagine osservata e un commento al riguardo. È stato pure chiesto alle coppie di scegliere le immagini più e meno rappresentative della coppia occidentale. Le immagini utilizzate derivavano dalla pubblicità e dall’arte contemporanea più conosciuta, esprimendo quindi la rappresentazione mediatica e più diffusa nella cultura occidentale sui temi della famiglia e della coppia.

Le provenienze geo-grafiche delle coppie sono state individuate in base alla variabile religiosa: è stato selezionato un Paese tradizionalmente e profondamente cattolico (le Filippine) e due Paesi musulmani in cui la religione ha un impatto molto differente sulla vita sociale e comunitaria (Pakistan e Marocco). A quest’ultimo proposito, appare assai interessante poter rilevare differenze di significati e di convinzioni nonostante l’identico credo religioso. Un ulteriore criterio che ha portato a selezionare queste nazioni di provenienza è la significativa presenza di persone di tali Paesi nel territorio lombardo, ambito in cui si è svolta la ricerca promossa dall’unità di ricerca di Milano.

Le coppie incontrate sono state selezionate in base a due variabili: la presenza dei figli e il radicamento stanziale sul territorio italiano da almeno 3 e non più di 5 anni. Si è ritenuto importante poter incontrare persone che avessero costituito una famiglia con figli, affinchè le rappresentazioni del familiare potessero scaturire anche dall’esperienza diretta e personale. Il tempo di permanenza nel nostro Paese è invece stato definito in modo tale che si potesse presupporre una sufficiente conoscenza del contesto italiano, ma anche una radice identitaria riconducibile alla cultura di provenienza delle coppie incontrate.

In questo contributo ci soffermiamo sulle tematiche e sui contenuti risultati particolarmente significativi, ovvero in grado di presentare un’elevata coerenza di significati internamente a ogni nazione presa in esame e una buona differenziazione fra le nazioni considerate. In particolare affronteremo i seguenti temi: il rito del matrimonio, il rap­porto fra i partner, la sessualità nella coppia e la famiglia.

In generale possiamo affermare che i processi di narrazione delle coppie hanno potuto essere organizzati in due categorie ermeneutiche: il valore e il riconoscimento. Possiamo cioè evidenziare che i racconti prodotti dalle coppie intervistate sono stati caratterizzati da un giudizio di valorizzazione o devalorizzazione della cultura occidentale relativamente alla tematica esplicitata dall’immagine e, al contempo, da un processo di riconoscimento-vicinanza o distanziamento-differenza dal messaggio veicolato dall’immagine. È stato pertanto possibile ottenere un posizionamento molto differenziato per ogni coppia, le cui opzioni si possiamo sinteticamente presentare con lo schema che segue.

VALORE
condivisione – desiderabilità – rifiuto

RICONOSCIMENTO
somiglianza – specificità/estranietà- irriconoscibilità

Ma quali significati sottendono i giudizi di condivisione/desiderabilità/rifiuto e di somiglianza/estraneità/irriconoscibilità espressi dalle coppie incontrate?

La percezione del matrimonio

II rito del matrimonio è un’istituzione riconoscibile e dotata di valore per tutte le coppie intervistate; presente in ogni cultura, esso però viene significato in modo assai differenziato a seconda della nazione di provenienza.

Per quanto riguarda il Marocco si riscontra una condivisione del valore del rito matrimoniale e viene proposta una lettura di somiglianza e vicinanza culturale all’Occidente. In verità i significati attribuiti al matrimonio rivelano l’importanza del compimento di una norma sociale, oggi solo in parte attribuibile alla cultura italiana, visto, a titolo di sommario esempio, il continuo aumento delle unioni di fatto e il crollo della scelta di contrarre il matrimonio (come sottolinea l’Istat in La popolazione straniera residente in Italia al1° gennaio 2010, 2010). Peraltro, anche l’aspetto normativo-organizzativo, ritenuto il senso fondativo dell’istituzione matrimoniale dalle coppie provenienti del Marocco, è oggi fortemente in declino fra i Paesi occidentali, Italia compresa, che rivestono il matrimonio di un’istanza prevalentemente affettiva (si veda E. Scabini – V. Cigoli, Alla ricerca dell’identità familiare. Il modello relazionale-simbolico, 2012).

Nelle coppie pakistane il significato del matrimonio, inteso come contratto tra famiglie, è indubbiamente preminente e la funzione di organizzatore sociale e di tutela dei figli assume un rilievo assoluto. Tali coppie per questo faticano a identificarsi nel rito civile proposto dall’immagine ed esprimono un giudizio che esclude la possibilità di individuare, a un qualsiasi livello, una certa somiglianza; quindi, nonostante la condivisione valoriale dell’istituzione in sé, il rito viene riconosciuto specifico ed esclusivo della cultura d’approdo e per nulla equiparabile al proprio («è bello, però il nostro è più bello…»).

Ciò che invece viene riconosciuto degno di valore e quindi desiderabile agli occhi delle coppie pakistane è il benessere, l’eleganza e il lusso che traspare dall’immagine; questi aspetti dell’Occidente risultano diffusamente ambiti, valorizzati e agognati da molte coppie pakistane.

Molto critica è infine la posizione delle coppie filippine, che attribuiscono all’immagine la perdita del valore sacrale che dovrebbe caratterizzare ogni rito matrimoniale. L’unione civile presentata dall’immagine è infatti aspramente condannata, poiché veicola la secolarizzazione italiana che ha portato alla perdita dell’indissolubilità matrimoniale e quindi agli aspetti di vincolo, impegno e di legittimazione alla sessualità fra i coniugi. La posizione culturale delle coppie filippine appare caratterizzata dall’impossibilità di riconoscersi nell’immagine presentata e dal rifiuto dei valori che la cultura occidentale trasmette mediaticamente in relazione all’istituzione matrimoniale.

Il rapporto tra partner

Per quanto concerne il rapporto tra i partner l’immagine presentata alle coppie propone un atteggiamento di cura amorevole del marito nei confronti della moglie.

Le coppie marocchine intervistate riconducono alla specificità culturale occidentale la vicinanza emotiva e l’interdipendenza fra i coniugi. A fronte di questa lettura si può assistere a una duplice valutazione a seconda del genere degli intervistati: se per le mogli lo scambio è desiderabile e auspicabile e assistiamo in generale a una valorizzazione della reciprocità coniugale che diviene modello di riferimento e obiettivo da raggiungere, tra i mariti questo aspetto è spesso visto con timore. La paura di perdere l’autorità e la garanzia del potere decisionale all’interno della coppia coniugale divengono i motivi del rifiuto maschile della vicinanza e complicità tra i coniugi veicolata dall’immagine.

Le coppie pakistane esprimono grande ambivalenza valoriale ed emerge una sostanziale estraneità a fronte del tema dello scambio e della reciprocità tra i coniugi. Anche in questo caso, come per le coppie marocchine, la differente posizione dei due coniugi appare inevitabile, a dire di una radicata differenziazione di ruolo che sta alla base della lettura del rapporto tra i partner. Per le mogli quest’immagine ha rappresentato l’occasione per ribadire la necessità della differenziazione dei ruoli ai fini di un’organizzazione familiare funzionale che si inscrive nella tradizione: l’identità culturale originaria appare inattaccabile e assolutizzata, così che la cultura della terra che accoglie si rivela priva di significato.

Tuttavia si rinviene anche una tematica di desiderio e valorizzazione laddove particolari condizioni di vita (la migrazione o la malattia) possono richiedere un adattamento e uno scambio supportivo tra i partner. Per i mariti, invece, emergono due tematiche che si intrecciano: da un lato la vicinanza emotiva e lo scambio reciproco sono considerati valori e qualità della coppia, purché rimangano rigorosamente nel privato e per nessun motivo resi pubblici attraverso un’immagine.

D’altro canto, l’intercambiabilità dei ruoli e il supporto reciproco vengono letti in modo ambivalente: necessari se determinati da alcune condizioni di vita connesse in particolar modo alla migrazione (si pensi all’accompagnamento nei supermercati delle mogli da parte dei mariti, o, ancora, alla presenza dei padri nella scuola poiché, a differenza delle mogli, competenti linguisticamente), essi sono forieri del rischio di ribaltamento dei ruoli e quindi della perdita dell’identità di genere che regolamenta e definisce il rapporto tra i sessi.

Le coppie provenienti dalle Filippine ritengono l’immagine proposta poco rappresentativa della coppia occidentale, che appare loro come molto individualista e per nulla impegnata nello scambio e nella cura reciproca. In questa prospettiva, dunque, assegnano importanza e valore all’immagine che propone il tema della reciprocità coniugale e al contempo affermano che le relazioni di coppia nella cultura filippina meglio incarnano i valori del supporto e della mutualità tra i partner; al contrario, le relazioni coniugali degli italiani incontrati appaiono molto più fragili, individualiste e incuranti del coniuge.

La seduzione erotica

L’espressione della seduzione erotica fra i generi è una tematica che elicita il rifiuto in tutte le coppie intervistate. A volte il tema si rivela addirittura intrattabile: l’evitare la risposta o la divagazione del discorso sono infatti esito frequente soprattutto fra le coppie marocchine e pakistane. I contenuti che sottostanno all’atteggiamento rifiutante assumono connotazioni molto diverse. Per le coppie marocchine il tema non è dicibile, ovvero non può essere esplicitato e discusso; dunque il comportamento della coppia fotografata è biasimevole perché rende visibile all’osservatore una tematica che dovrebbe rimanere intima e privata.

Le coppie pakistane faticano a esprimere un commento e i mariti tolgono l’immagine alla vista delle mogli, che si rifiutano dunque di commentarle. La fotografia pare assumere il significato di violentare il quadro di riferimento dei comportamenti leciti, stabiliti da un codice normativo religioso (il divieto di guardare un corpo seminudo) e sociale (le norme di comportamento da tenersi tra i sessi).

I partecipanti provenienti dalle Filippine, invece, criticano il ruolo delle donne così come proposto nella fotografia: l’essere attrici di seduzione, quindi con un ruolo attivo e in parte aggressivo, poco si confà alla remissione e alla sopportazione che devono caratterizzare una meritevole donna sposata. Emerge anche il tema della famiglia quale valore di riferimento che orienta all’azione: la coppia dell’immagine espone tutta la famiglia alla vergogna e alla svalutazione della comunità circostante a causa del comportamento inopportuno assunto in pubblico dai partner.

Per tutte le coppie, quindi, anche se per motivi diversi, non è possibile riconoscersi nella tematica trattata, ma è impossibile anche trovare un senso plausibile da attribuire esclusivamente alla cultura di accoglienza

L’orizzonte comune della famiglia

II tema “famiglia” è, invece, un tema che avvicina le culture tra di loro e assume il carattere di universale, di invarianza culturale, seppur diversamente tratteggiato e definito. L’immagine proposta presenta una famiglia in cucina, i cui componenti collaborano alla preparazione del pranzo. L’elemento che consente la maggiore identificazione con la cultura occidentale è rappresentato dal tema dei figli: la valorizzazione della famiglia come luogo deputato alla nascita dei figli è un elemento espresso da tutte le coppie immigrate intervistate.

Inoltre, per le coppie filippine, gli elementi che consentono un’identificazione con la cultura occidentale sono la valorizzazione dell’armonia e della collaborazione familiare; in breve, la cura reciproca dei componenti della famiglia. Questi aspetti sono desiderabili anche per le coppie marocchine che esprimono apprezzamento per la vicinanza e la reciprocità familiare.

Gli intervistati provenienti dal Pakistan, invece, possono valorizzare l’aiuto reciproco in famiglia solo se entrambi i coniugi lavorano o se emerge una necessità imposta dalle condizioni di vita, poiché, come già ribadito, la differenza di ruoli e compiti fra i coniugi è un importante organizzatore del rapporto tra i generi. L’armonia e la serenità sono in ogni caso elementi valorizzati e desiderabili, a carico prevalentemente del femminile, che si assume la responsabilità e il compito di promuovere queste dimensioni all’interno del focolare domestico.

Tutte le coppie musulmane incontrate apprezzano e auspicano di raggiungere il tenore di vita che traspare dalla fotografìa: una bella cucina, persone curate e distinte, il benessere economico che emerge dall’immagine.

Operando una generalizzazione forzata, ma comunque fondata sui racconti prodotti dalle coppie intervistate, possiamo definire un quadro di sintesi. Emergono indubbiamente aspetti di valorizzazione e somiglianza con la cultura occidentale, soprattutto relativamente ai valori familiari: il figlio come naturale e necessario fondamento della famiglia, la cura reciproca come obiettivo delle relazioni familiari, il benessere economico, garanzia di nuove opportunità per l’intero gruppo familiare, che sta alla base di molte scelte migratone.

Rinveniamo aspetti di forte criticità all’Occidente soprattutto da parte delle coppie filippine su tematiche quali la desacralizzazione del matrimonio, l’individualismo nelle relazioni e la scarsa mutualità all’interno della coppia coniugale. Gli elementi di ambivalenza da parte del mondo musulmano quando guarda all’Occidente riguardano i rapporti tra i generi: la perdita di una definita demarcazione di ruoli e compiti all’interno della coppia e il rischio della perdita del potere decisionale e autoritario del marito. Infine, tutte le coppie immigrate intervistate non riescono assolutamente a trattare la pubblicizzazione della sessualità e il suo significato anche ludico all’interno della relazione di coppia; sessualità che, in ogni caso, è impossibile da pensare al di fuori del matrimonio.
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Marialuisa Gennari
è professore aggregato di Psicologia clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Brescia. Si occupa di ricerca e intervento clinico sui temi di coppia e famiglia, con particolare attenzione agli aspetti interculturali e alle nuove forme di famiglia.

Fonte: Rassegna stampa – Centro Cattolico di Documentazione di Marina di Pisa – Come le coppie immigrate vedono la famiglia occidentale.

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