Con la (quasi) certa vittoria di Jibril adesso la Libia può sperare di farcela

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I risultati elettorali delle prime elezioni parlamentari “libere” in Libia non sono ancora definitivi, ma sembra che a vincere fortunatamente non saranno i Fratelli musulmani, come è invece accaduto in Tunisia, Egitto e Marocco, ma sarà la coalizione guidata da Mahmoud Jibril, 60 anni, leader delle 55 liste che formano ‘l’Alleanza delle Forze nazionali’.

Si tratta di un gruppo considerato moderato, o addirittura liberale, ma naturalmente la cautela è d’obbligo, anche perché dal 1969, ovvero da quando il colonnello Muammar Gheddafi prese il potere, la Libia non ha conosciuto partiti politici o complessi sistemi elettorali. Ora invece, come spiega dettagliatamente il Wall Street Journal, dei 200 posti del Congresso Nazionale Generale, 120 saranno riservati ai candidati indipendenti ( in tutto ben 2.639), la vasta maggioranza dei quali non ha esperienza politica precedente, mentre 80 seggi andranno ai partiti che si sono organizzati solo in queste ultime settimane.

Dal canto suo Mahmoud Jibril, ex docente all’Università di Pittsburgh in Pensylvania, dal Marzo 2011 fino alle sue dimissioni nell’Ottobre dello stesso anno, è già stato premier del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), l’organismo politico che ha guidato le forze sostenute dalla Nato e che hanno condotto all’eliminazione di Muammar Gheddafi.

Ora che sta per essere proclamato vincitore, Jibril è già un personaggio contestato in patria. Milizie di rivoltosi lo accusano di stare troppo all’estero a farsi la bella vita “in alberghi a cinque stelle, mentre in Libia i giovani muoiono”; altri parlano dei suoi capitali privati in Svizzera e negli Stati Uniti, favoriti dai suoi buoni rapporti con Saif al-Islam, figlio e delfino dell’ex rais libico. Per altri ancora, Mahmoud Jibril sarebbe un “accentratore e autoritario come Gheddafi”.

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