Convegno “pro-life” a Verona | Corrispondenza romana

(di Giulia Tanel) Il popolo pro-life italiano è vivo e ha voglia di impegnarsi nel tentativo di invertire la rotta rispetto alla “cultura della morte” oggigiorno dilagante. È questo il messaggio lanciato dal convegno organizzato dal Movimento Europeo Difesa della Vita (MEDV) che si è svolto il 17 novembre a Verona presso la prestigiosa scuola delle Stimmate.

L’intensa giornata veronese ha visto l’alternarsi di diversi relatori e l’approfondimento di svariate tematiche. Dopo due parole di benvenuto da parte del Preside, il prof. Umberto Fasol, e del presidente del MEDV, Alberto Zelger, la relazione d’apertura è stata svolta da Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, il quale ha proposto una riflessione – apprezzatissima soprattutto dai molti giovani presenti in sala – sul tema Maschio e femmina li creò. Marchesini ha evidenziato come il sesso di ogni essere umano sia naturalmente determinato e come il compito della famiglia e della società sia quello di aiutare i giovani a costruire la propria identità di uomini e donne, conformemente al dato di natura.

A seguire è intervenuto Carlo Mocellin, marito della serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin, il quale ha raccontato, con grande commozione dei presenti, la loro esperienza di vita. Durante la gravidanza del loro terzo figlio, infatti, Maria Cristina venne a sapere che il tumore, dal quale sembrava essere guarita, era ricomparso. Lei e il marito non ebbero alcun tentennamento nel scegliere per la vita e solo dopo la nascita di Riccardo, Maria Cristina cominciò a curarsi: ma era ormai troppo tardi… Nel 1994, a meno di un anno dalla morte, Maria Cristina scriveva a suor Annarosa Pozzoli: «Ho fiducia in Lui. Lui sa, sa tutto, sa ciò che è meglio per me e per tutti, e lo ringrazio, perché sebbene nel dolore, mi offre la sua mano, il suo conforto, la salvezza del suo Infinito Amore».

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