“Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU: perché non si sono apportate norme migliorative agli handicappati mentali ?

In Italia abbiamo un sistema sanitario troppo lento nell’aiutare le persone affette da gravi forme di malattie mentali e da un sistema socio-legislativo troppo lontano dalla realtà !

 

Il dr. Lee Jong Wook Direttore Generale dell’OMS qualche tempo fa ha affermato : “Ogni giorno si verificano casi di violazione dei diritti umani nei confronti di individui affetti da deficit mentali” e proseguendo ha affermato,“ purtroppo, troppo spesso a causa di mille altri impegni, queste problematiche si dimenticano e finiscono per essere completamente ignorate, nonostante che esistono diverse proposte per cambiare tale situazione, sia nei Paesi maggiormente industrializzati che in quelli del cosiddetto Terzo Mondo”.

 

Perché ri-porto questa frase, perché ancora non è stato ben recepito,( anche e soprattutto in certi “ambienti” per aver fatto il mio dovere mi hanno bannato,) il significato e le conseguenze che sono state incautamente ingenerate con la ratifica compiuta dal Parlamento Italiano nell’approvazione in toto della “ Convenzione “ e di quanti, soprattutto cattolici, hanno influito nella “divulgazione” a mezzo stampa di questo importante documento e dei loro sostenitori, senza apportare e richiedere quelle modifiche auspicate dal mondo della sofferenza e dalle famiglie (speciale dossier ) (osservatore molto attentamente la pag.12 del n/s dossier ) .

 

Il 6 dicembre 2013 p.v. ricorre il settimo anno dall’adozione della “ Convenzione” ( Distr. General A/61/611 sixty-first Sessione ) ratificata dal Parlamento Italiano il 20 febbraio 2009 ed incarnata nella legge 3 marzo 2009 n. 18, mentre appare giusto rievocare quel periodo per la verità e la giustizia .

 

Nel 2006 la Santa Sede, dopo aver partecipato ai lavori per la stesura del TESTO durata 5 anni, si è rifiutata di firmarlo in quanto la stessa non prevedeva un esplicito divieto nei confronti dell’aborto.

 

Questo primo “rilievo” fu svolto da parte dell’Osservatore Permanente nell’ONU della Santa Sede dell’epoca Mons. Celestino Migliore il 13 dicembre 2006 .

 

La n/s Associazione ha già manifestato con una Petizione al Parlamento Italiano il 28 maggio 2008 ed a quello Europeo le riserve e le preoccupazioni sulla “confusione involontaria culturale” che si era determinata circa le modalità e le interpretazioni che il “Documento” poteva introdurre, non valutando la evidente discriminazione nei confronti delle persone con disordini psichici.

 

Ho inoltrato Ricorso n.44330/06 ( che non è stato accettato) alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo per una Direttiva Comunitaria con la stessa valenza in tutti gli Stati UE, per incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica compreso l’ambito della infermità mentale” in quanto la Costituzione Europea non ha specificatamente riconosciuto quale persona quella relativa ai portatori di handicap psichici .

 

Nel Preambolo della “Convenzione “ i 191 Stati aderenti hanno convenuto, fra altre, il “ riconoscere la diversità delle persone con disabilità”, ma includendo all’articolo 1 “ coloro che presentano menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali di lunga durata, che nella loro interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società in condizioni di parità con gli altri” e all’art.3 lettera b) quale principio generale “la non discriminazione”, impegnando all’art. 4 gli Stati “ad adottare appropriate misure legislative”.

 

Quindi la “Convenzione” ha il precipuo obiettivo di affermare con notevole incisione che tutti i cittadini disabili, specialmente quelli più deboli, devono godere degli stessi diritti ! ( Art.1) .

 

Il Governo Italiano, rappresentato dal Ministro della Solidarietà Sociale e dal Sottosegretario dello stesso Dicastero, ha sottoscritto il “Documento”,“ impegnandosi a ridurre i tempi ed a promuovere le indispensabili misure legislative per la concreta applicazione dell’accordo” che disgraziatamente non è avvenuto da parte di quel Governo.

 

Ciò che non è condivisibile, ripeto, con la “Convenzione” è : ( vedi SIR 14.4.2008 e 1.10.2008 ) :

 

1.) sulla riproduzione e la pianificazione familiare [art.23 lettera b) e 25 lettera a)] in quanto l’accesso ai servizi riproduttivi o salute riproduttiva potrebbero promuovere le contraccezioni, favorire l’aborto, le limitazione della nascite, le sterilizzazioni, la non responsabilità dei rapporti sessuali che aumentano l’espandersi dell’epidemia dell’HIV/AIDS disattendendo la procreazione responsabile  od altro,  il tutto in contrasto con l’art.10 per “l’inalienabile diritto alla vita ”, con l’art.15 dove “nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medico-scientifici” e con l’art.16 dove si è contro “ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso”.

 

Queste metodologie sembrano richiamare l’eugenismo ( la pratica biomedica che spianò la strada alle terribili selezioni della razza e del genere umano tentate dai nazisti; oppure allo sterminio in Unione Sovietica da parte “dell’Einsatzkommando 3” dei malati di mente, che registravano il passaggio dal massacro eugenetico allo sterminio genocidio vero e proprio), od alla teoria dell’economista britannico Malthus che attribuiva all’eccesso di popolazione i mali e le miserie sociali.

 

2.) è irragionevole ed antidiscriminatorio il voler associare il disabile con minorazioni fisiche, con l’handicappato mentale, in quanto per il primo sussistono possibilità di inserimento sociale e lavorativo, per il secondo si possono e devono essere attuate cure specifiche in strutture adatte, ma non si possono prevedere né tempi di recupero né proposizioni di intendimenti lavorativi, in “persone” che richiedono coesione di intelletto e responsabilità ( art.27) e questo è in contrasto con il punto E) nel Preambolo della “Convenzione” dove si “riconosce che la disabilità è un concetto in evoluzione”.

 

La comunità sociale dovrebbe essere il posto dove la persona umana in condizione di infermità, sia fisica che mentale, trovi solidarietà difesa e protezione, invece di quanti riconoscono più il valore degli animali e che in tale maniera pongono l’uomo allo stesso livello, se non sotto, come il recente provvedimento 2013 sulla “vivisezione”, sicuramente necessario, ignorando totalmente le esigenze del mondo della disabilità !

 

Il dolore, purtroppo, è una sensazione molesta ed una condizione afflittiva cagionato da un male che tormenta le parti del corpo umano e dobbiamo aggiungere e chiarificare la differenziazione che insiste con il termine generale di disabile :

 

a). disabile è colui che è privato di una forza fisica, sopravvenuta o congenita, di una certa incapacità fisica, ma conservante la lucidità mentale :per esempio :

 

1.) Beethoven la cui nota sordità non gli ha impedito di essere tra i più grandi musicisti del modo ;

2.) Omero pur cieco ha scritto problemi straordinari come l’Iliade e l’Odissea ;

3.) Franklin Rooselvelt dalla seggiola a rotelle ha guidato gli USA nella II° Guerra Mondiale ,

 

b). handicappato è colui che ha ricevuto uno svantaggio in partenza, od un sopravvenuto ostacolo, un intralcio, una inferiorità interna od esterna che impedisce il manifestare il massimo della potenzialità più psichica e meno fisica ;  per esempio:

 

1.) Vincent Van Gogh grande pittore olandese impressionista ;

2.) Torquato Tasso poeta epico fu rinchiuso in manicomio da Alfonso 2° Duca di Ferrara ;

3.) Dostoevskij il grande poeta russo ;

 

personaggi descritti dal Prof.Antonio Fernandes da Fonseca dell’Università di Porto (Portogallo) “Fenomeni intellettuali dotati di degenerazioni bio-psicopatologiche” ( da Dolentium Hominum n.34 1996 Atti 11° Conferenza Internazionale in Vaticano Pontificio Consiglio Pastorale Operatori Sanitari ).

 

Ora la “Convenzione” non considera specificatamente l’handicappato mentale perché con la dicitura “menomazione mentale” (art.1) a n/s sommesso avviso non si chiarifica lo status delle condizioni del “soggetto nell’interazione”cioè nell’azione tra i due “fenomeni”, perché l’uso del termine malato mentale come sinonimo di persona con disabilità non è quello promosso dalla “Convenzione” stessa che segna un distacco molto chiaro da un approccio medico-assistenziale per un approccio di diritti umani.

 

Il legislatore italiano ha introdotto nella legge 104/1992 il termine handicappato ed in ottemperanza con l’art. 4 della “Convenzione” fra gli obblighi generali, l’Italia si era impegnata ad adottare appropriate misure legislative, che nella nostra legislazione sono carenti da ben 34 anni per la malattia mentale.

 

L’Italia non poteva esimersi dall’applicazione della “Convenzione sui diritti dei disabili”, ma “nell’interazione con le varie barriere” ed ”in condizioni di parità con gli altri “( art.1).

 

Per le diversificazioni tra disabile fisico e handicappato mentale, l’Italia doveva apportare quelle appropriate misure legislative a tutela del malato mentale ed in sede di ratifica del “Documento”, inoltre poteva e doveva avvalersi dell’art.47 lettera 1) della “Convenzione” per inserire un proprio emendamento e sottoporlo al Segretario Generale delle Nazioni Unite nel “Comitato sui diritti delle persone con disabilità”  (art.34).

 

In Italia il 3% della spesa sociale è destinato alle politiche familiari, a fronte di una media europea che ha una percentuale almeno il doppio, nonostante promesse elettoralistiche, spese inutili ( quante ce ne sono !), queste politiche sono state realizzate in parte dai Governi, ma non si è legiferato sulla “materia specifica malattia mentale” e nell’ambito sanitario nel “Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 ( quello del Governo Prodi,) si riscontrano carenza di programmi di sostegno alle famiglie dove insiste l’handicappato mentale ( non certo risolvibile oggi, 2013, con 275,87 euro mensili di assegno di assistenza) , né indirizzi da apportare sul piano legislativo.

 

Il Piano Sanitario 2003-2005,( quello del Governo Berlusconi) rispetto a quello 2006-2008, considera impellenti, tra altre, tre necessità :

 

1.)    la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Privati ( che è avvenuta : almeno si spera !)

2.)   l’attivazione di interventi nel disagio psichico nelle carceri secondo quanto previsto dal DL 22 giugno 199 n. 230;

3.)   programmi adeguati per il sostegno alle famiglie dei malati psichici .

 

In entrambi “Piani Sanitari” non viene considerata la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari che non solo contrastano con la legge 180 e 833 del 1978, ma configgono addirittura con i dettami Costituzionali, non adeguando la normativa penale con quella civile e rinviando la loro definitiva chiusura a marzo/aprile 2014 (?).

 

Infine per quanto si riferisce la salute mentale, il Governo, le Istituzioni, ma soprattutto al Parlamento , la n/s Associazione ha inoltrato una Petizione :

 

1.)    col n.5 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica ( “Legge-Quadro in materia di assistenza psichiatrica”) ; e col n.6 alla 3° Commissione Affari Esteri (“Norme per il recepimento della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU integrandola con provvedimenti specifici per i malati mentali ;

2.)   col n.9 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati (“Riforma dell’assistenza psichiatrica”) unendo con (“Norme per il recepimento della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità”).

 

Abbiamo ri-chiesto l’adozione di “leggi appropriate”, come sancisce l’art.4, riconoscendo i diritti e le necessità degli handicappati mentali per la tutela della loro salute, per le loro famiglie e per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, normative attese da ben 34 anni che non sono avvenute !

 

Ma non è vergognoso, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, tutto ciò, mentre assistiamo quasi ogni giorno ad “esecuzioni” di persone innocenti, alla “mattanza” indiscriminata di esseri umani (per converso alla esaltazione degli amici a 4 zampe, che rispettiamo), perché le Istituzioni sono in continua litigiosità e “dimenticano” o sono “disinteressate” a questo problema sociale che è prioritario ?.

 

Non si può continuamente e filosoficamente pensare alla ben nota logica gattopardesca del cambiare tutto purché nulla muti, riforme comprese che ogni giorno si citano senza concretizzarle, ma quello che importa è un severo richiamo a quei tanti cattolici, anche quelli che dirigono mass media, che “usano Cristo per fare carriera “ come giustamente ha detto Papa Francesco ( Chiesa Santa Marta 28 maggio 2013), o sono “cristiani da salotto”, una tentazione radicata, purtroppo, nel cuore con arroganza, con buona pace di molti cattolici ! ).

 

Meno male che esiste Papa Francesco !

 

Con le sagge parole del Beato Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza !

 

Previte

 

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

 

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