«Così riabilita migliaia di preti “clandestini”» – Vatican Insider

Intervista con lo storico del Concilio il prof. Alberto Melloni

Andrea Tornielli
Città del Vaticano

«Il Papa parte dal punto di vista del popolo fedele, di centinaia di migliaia di parroci che da due giorni non sono più “clandestini”…». Per il professor Alberto Melloni, storico della Chiesa, l’intervista di Francesco su «Civiltà Cattolica» è una svolta importante.

Che cosa l’ha colpita di più?

«La forma dell’intervista di per sé non è inusuale, ed è stata già usata dai predecessori, da ultimo Benedetto XVI. E Francesco dice chiaramente che non ci sono cambiamenti di dottrina anche su punti morali delicati. Quello che mi ha colpito è la percezione: per Wojtyla e Ratzinger certi valori venivano proclamati nello spazio pubblico per creare un discrimine e mostrare la capacità antagonista della Chiesa. Per Bergoglio invece si parte dal popolo fedele».

E dunque qual è la novità?

«Il Papa ragiona a partire dalle anime, e non dalle leggi. Dalla persona e non dagli “ismi”. Il che mostra la grande forza dell’esperienza cristiana del cattolicesimo. Nella fede cattolica romana, rimanendo immutata la dottrina, si può avere un atteggiamento che viene percepito come agli antipodi rispetto al precedente».

Qualche analista ha scritto che così ci si lasciano alle spalle alcune delle priorità degli ultimi due pontificati e della recente esperienza della Cei…

«In realtà l’intervista del Papa crea una nuova categoria di “clandestini”… sono molti vescovi, che ora si trovano in difficoltà. Provano imbarazzo perché il registro della vita parrocchiale non è il loro: hanno la volontà di sintonizzarsi, ma non gli strumenti, dato che fino a poco tempo fa per far carriera bastava essere pubblicamente energici, mostrare i muscoli di fronte alle persone con problemi morali perché ogni altro approccio era considerato timidezza e collusione col relativismo».

Francesco dice di sé di essere «un peccatore». Che significa?

«Quello è il vero senso del peccato cristiano. Che non sta innanzitutto nel farsi un esame avendo in mano il prontuario dei peccati, ma nel riconoscere che la nostra condizione è quella di peccatore. Il Papa dà una sferzata a una concezione un po’ semplicistica degli ultimi anni: sembrava che i peccati li facessero sempre gli altri».

Fonte: «Così riabilita migliaia di preti “clandestini”» – Vatican Insider.

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