Crepaldi (Trieste): lezione di giornalismo | Tempi.it

gennaio 26, 2013 Redazione

Lezione di giornalismo del vescovo di Trieste. «Dai giornali non si impara più niente, si apprende solo che “oggi si fa così” e che è giusto fare così. Che è una nuova, inedita, grande ideologia»

Riproduciamo un articolo apparso sul settimanale Vita Nuova di Trieste, che riporta le parole pronunciate dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi alla festa del patrono dei giornalisti. Per meglio comprendere il discorso di Crepaldi è utile conoscere gli ultimi avvenimenti accaduti in città, dove una violenta campagna di stampa e alcune improvvide dichiarazioni di esponenti della giunta locale di sinistra l’hanno preso come bersaglio. 

Siamo abituati a collegare immediatamente il giornalismo con l’informazione. Ma oggi è ancora così? Mi spiego. Il giornalismo produce informazione, l’informazione è fondamentale per il dialogo pubblico, il dialogo pubblico è essenziale per la democrazia… quindi il giornalismo è essenziale per la democrazia. Di solito questo è il ragionamento, sostenuto anche da fior fiore di filosofi, basti pensare ad Habermas. Da qui il grande potere del giornalismo in democrazia che, però, proprio per questo, ossia perché è un grande potere, qualche problema alla democrazia lo pone. Questa contraddizione richiede oggi di rivedere alcuni luoghi comuni sul giornalismo.

Nel dibattito politico si parla spesso di poteri forti. Ci si riferisce, di solito, alla finanza, all’industria, alle consorterie internazionali, ai grandi network della comunicazione televisiva. Qualcuno, polemicamente, dice che oggi anche una certa magistratura è un potere forte. Ma raramente si riflette sul fatto che anche la stampa è un potere forte, e spesso intrecciato con gli altri che ho elencato qui sopra. Anzi, la grande stampa spesso si propone come luogo ove si condannano i poteri forti, inducendo così a trascurare che essa stessa non di rado vi appartiene. E’ vero che i giornali tradizionali su carta sono in crisi ovunque, ma qui, per “stampa” , non intendo solo i giornali stampati, ma anche i nuovi strumenti della comunicazione on line.

I giornalisti esercitano oggi un forte potere. Questo deriva, dal punto di vista culturale, dal fatto che oggi, diversamente dal passato, l’informazione è sempre anche formazione. Un tempo si distingueva, almeno teoricamente, tra informazione e formazione. Questa distinzione veniva espressa con una frase piuttosto ingenua: “i fatti separati dalle opinioni”. Il mito del cosiddetto giornalismo anglosassone si fondava su questa ingenuità. Ai tempi dei giornali ideologici e di partito si era soliti distinguere questi ultimi da quelli cosiddetti “indipendenti”, che però indipendenti non erano. Oggi queste distinzioni non si possono più fare. Il motivo, paradossale, è che non esistono più i giornali ideologici e di partito, perché non esistono più le ideologie e i partiti come li avevamo conosciuti in passato. Attenzione, però, che questa scomparsa delle ideologie non ha per niente lasciato libero il campo ai soli giornali indipendenti per un giornalismo indipendente, ma ha trasformato questi stessi in giornali che formano informando. Formano non più applicando ai fatti raccontati una riflessione / valutazione ideologica, ma formano raccontando i fatti e, portando in pagina ciò che accade in strada, lo legittimano e lo impongono.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Crepaldi (Trieste): lezione di giornalismo | Tempi.it.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Varie. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.