CRISTIANI E YAZIDI: SENZA IL TRADIMENTO DEI MUSULMANI L’ISIS NON CI AVREBBE MASSACRATO | Ereb

Le testimonianze dei crimini dei membri dello Stato islamico sono ormai migliaia, ma i siti di informazione non le pubblicano oppure ne prendono solo stralci. Questo perché quanto sta accadendo a cavallo fra la Siria e l’Iraq, nelle province di al Raqqa, Mosul, Ninive, Salahedin, spaventa e costringe a riflettere su fatti che si ripetono nella storia, che parlano di famiglie tradite dai loro vicini di casa, dalle persone che un tempo credevano amiche. Un secolo fa migliaia di fra cristiani assiri e caldei vennero massacrati dalle forze dell’Impero ottomano già responsabile del genocidio di 1 milione di armeni, anche quell’occasione molte persone furono responsabili, forse per paura o vigliaccheria, di denunce e anche uccisioni contro i cristiani assiri, caldei e armeni. Il blog “Muslim Issues” raccoglie alcune testimonianze di famiglie che oggi come 100 anni fa hanno subito oltre alla tragedia della deportazione e del massacro anche del tradimento.

Un iracheno di religione yazidi, Sabah Hajii Hassan, 68 anni, racconta che “la maggioranza dei terroristi che stanno compiendo i massacri in corso in Iraq sono afghani, bosniaci, arabi, cittadini statunitensi ed europei”. Tuttavia per l’uomo i peggiori assassini provenivano proprio da persone che vivevano in mezzo a loro, i musulmani iracheni sunniti. Hassan spiega che “i membri delle tribù Mtwet, Khawata e Kjala erano tutti nostri vicini, ma comunque si sono uniti allo Stato islamico e hanno preso le armi pesanti dai terroristi, informandoli su chi era Yazidi, cristiano e non”. “Sono i nostri vicini – aggiunge l’uomo – che hanno reso possibile questo massacro”.

Una video intervista pubblicato dal Memri (Middle East Media Research Institute) convalida la testimonianza di Hassan. Nel filmato un rifugiato cristiani di Mosul, ora in Libano spiega: “Abbiamo lasciato Mosul quando i terroristi hanno iniziato ad invadere la città. La gente (musulmani sunniti) abbracciavano i miliziani dell’Is e hanno guidato loro stessi i cristiani dalla città”. Nel video l’uomo si chiede “perché hanno espulso solo i cristiani da Mosul? Infatti nel centro urbano vi sono molte altre sette dell’islam considerate eretiche dall’islam waahabita. Per l’uomo però questa non è una novità “anche prima i cristiani non potevano andare da nessuna parte, affrontando ogni giorno minacce di morte”. “A me – continua – è stato detto che dovevo lasciare Mosul, perché l’Iraq è un paese musulmano non cristiano”. L’intervistatrice chiede all’uomo chi ha pronunciato queste parole e il giovane risponde: “me l’hanno detto le persone che hanno abbracciato lo Stato islamico, le stesse che vivevano insieme a noi”.

La stesse immagini, gli stessi racconti corrispondono a quelli avvenuti un secolo fa, precisamente fra il 1915 e il 1916 negli attuali Turchia, Siria e Iraq. Nel 2006 lo storico David Gaunt ha ricostruito in uno studio quei tragici eventi, sostenendo che ”un enorme sterminio dei cristiani è stato completato in un breve periodo tra il giugno e il settembre 1915”. Gaunt sostiene che oltre 250 mila persone furono uccise in quattro mesi. Per lo storico “il grado di sterminio e la brutalità dei massacri indicano un estremo odio represso a livello popolare. I cristiani, il cosiddetto gawur [anche Giaour o ghiaour] infedeli, sono stati prelevati e uccisi ovunque essi si trovassero, nel municipio locale, per le strade, sopresi durante il raccolto, nei villaggi, nelle grotte e nelle gallerie, nei caravanserragli”. Come osserviamo in questi giorni dai video diffusi su internet dai terroristi gli aguzzini utilizzano tutti i metodi possibili di uccisione: decapitazione, fucilazione, impiccagione, lapidazione. Lo storico nota che “in diversi casi le persone decapitate erano noti cristiani o religiosi come Hanne Safar di Midyat e Ibrahim il sacerdoti siro di Sa’irt, le cui teste sono state utilizzate come palloni da calcio”. Il racconto di quel genocidio è molto simile per ferocia e barbarie a quello odierno, con stupri di massa, bambini e donne rapite e utilizzati come schiavi. Inoltre anche quell’occasione le case dei cristiani sono suddivise fra la popolazione musulmana, saccheggiate e distrutte e in alcuni casi date alle fiamme. Gli autori del massacro non sono stati solo i funzionari turchi, ma anche quelli locali che per catturare i cristiani hanno costituito squadroni della morte formate da radicali islamici, miliziani curdi e fuorilegge. Alcuni filmati girati in questi mesi mostrano la presenza non solo di uomini ma anche di donne, che hanno assistito, ovviamente velate, all’umiliazione pubblica dei cristiani o in Siria di ex funzionari del governo di Assad. Lo stesso è accaduto nel 1915.

Simone Cantarini

Fonte: CRISTIANI E YAZIDI: SENZA IL TRADIMENTO DEI MUSULMANI L’ISIS NON CI AVREBBE MASSACRATO | Ereb.

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