CRISTIANI IN EUROPA Una minoranza creativa?

Solo se sarà in grado di prendere più in conto i cambiamenti della società

Con una tavola rotonda su “Il messaggio dei cristiani e le sfide europee” si è concluso oggi al Collége des Bernardins il colloquio parigino su “Una crisi cristiana dell’Europa? L’urgenza europea”, organizzato dall’Académie catholique de France.

Famiglia e relativismo. “Una delle cause della decomposizione dell’istituzione familiare” ha affermato il vescovo Jean Laffitte, segretario del Pontificio consiglio per la famiglia, “è il relativismo del pensiero politico che ha volontariamente dimenticato la legge naturale” ed ha avuto come una delle conseguenze di “indebolire un fondamento essenziale della vita nella società, trasformando la famiglia in un luogo della privacy”. Così “all’autorità civile è riconosciuto il diritto di garantire la libertà delle scelte private degli individui, e non di sostenere l’unione che le offre il contesto e la coesione naturali”. Riprendendo le idee di fondo del messaggio della Chiesa ha affermato, citando Benedetto XVI, che “il modo con cui Dio ama diventa la misura dell’amore umano”.

Come si trattano gli immigrati? Catherine Withol de Wenden, responsabile del Ceri (Centro francese di ricerca in scienze sociali internazionali) ha presentato un quadro dell’attuale seconda grande ondata migratoria che attraversa l’Europa, dopo quella a cavallo del XIX-XX secolo in cui l’Europa è stata terra di emigrazione. In questi anni, invece, sono arrivati nei nostri confini 30 milioni di stranieri. Una presenza che sfida “l’Europa nel vivere i suoi principi di democrazia, difesa dei diritti e delle libertà rispetto al trattamento riservato agli immigrati”.

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