CRISTIANI PERSEGUITATI – Dalla Cina agli Usa, ecco la mappa

venerdì 10 agosto 2012

Il Dipartimento di Stato americano ha recentemente pubblicato l’International Religious Freedom Report per il 2011, che evidenzia la diminuzione di libertà religiosa nel mondo. Ilsussidiario.net ha chiesto al professor Daniel Philpott, dell’Università di Notre Dame nell’Indiana, la sua opinione sul rapporto e sullo stato della libertà religiosa, anche in Europa e negli Stati Uniti. Se la Primavera Araba ci lascia “numerose domande su come verranno trattate le minoranze sotto i nuovi governi”, negli USA “l’Amministrazione Obama ha intaccato pericolosamente la libertà religiosa” afferma Philpott, che sottolinea inoltre l’importanza di questa essenziale libertà sia per “la dignità delle singole persone” che per “la stabilità e la pace del Paese”.

Il recente Rapporto Internazionale sulla Libertà Religiosa per il 2011 mostra un declino della libertà religiosa in molti Paesi, per esempio in Cina ed Egitto. Cosa ne pensa?

Concordo con i risultati del rapporto sulla mancanza di libertà di religione nel mondo. In Cina si registrano nuovi casi di repressione, per esempio con il vescovo Ma Da Qin agli arresti domiciliari, con il continuo rifiuto del governo cinese di riconoscere i vescovi validamente ordinati dalla Chiesa di Roma e la costante pretesa di avere ordinazioni governative mediante la Chiesa patriottica. Non si può dire, quindi, che in Cina la situazione stia migliorando. In Egitto, come in molti Paesi della Primavera Araba, il problema è come le minoranze verranno trattate dai nuovi governi islamici. E in Egitto la minoranza cristiana rappresenta il 10% della popolazione. In Siria, se cade il regime di Assad si apre la questione delle minoranze, sia cristiane che musulmane. Vi sono, quindi, numerosi punti interrogativi e pericoli per la libertà religiosa nel mondo.

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