Cristiani perseguitati Siria e Corea del Nord sono i “buchi neri” – Vatican Insider

Il rapporto “Open Door 2013”: l’avanzata degli islamisti minaccia di farli sparire da Medio Oriente e Nordafrica.

Francesca Paci

Per anni ho nascosto la fede in famiglia come avevo imparato dai miei genitori che finite le preghiere sotterravano la Bibbia in giardino: a Pyongyang non puoi fidarti neppure di tua moglie» raccontava due anni fa Lee Joo-Chan all’aeroporto di Amsterdam, dov’era atterrato dopo una disperata fuga a nuoto attraverso il fiume Tumen, al confine con la Cina. Secondo la World Watch List 2013, appena pubblicata da Porte Aperte, la Corea del Nord è ancora l’inferno descritto da Lee Joo-Chan: il buco nero che da 11 anni resiste in testa alla classifica dei 50 Paesi più feroci nella persecuzione dei cristiani. Nonostante le speranze accese dall’apertura di Kim Jong-un a Seul e la recente visita a Pyongyan del presidente di Google Eric Schmidt, la Corea del Nord continua a detenere in campi di lavoro forzato tra i 50 e i 70 mila cristiani rei di sfidare la Juche, l’ideologia imposta da Kim Il-Sung che dal ’53 educa le coscienze all’individualismo massimalista e al culto del Caro Leader.

Pyongyan però, non è un eccezione. La persecuzione dei cristiani nel mondo è in aumento, confermano i ricercatori di Porte Aperte che, servendosi di fonti dirette, monitorano ogni anno la libertà di culto all’interno della famiglia, nella comunità, nella chiesa e nella vita pubblica. Nella top ten guidata dalla Corea del Nord sono elencati (nell’ordine) Arabia Saudita, Afghanistan, Iraq, Somalia, Maldive, Mali, Iran, Yemen e Eritrea: 8 sono paesi a maggioranza musulmana.

Le novità negative del 2013 sono legate all’islam, la religione dominante in quel problematico Medio Oriente dove almeno 20 dei 356 milioni di abitanti sono cristiani ma sempre più diffusa anche al sud del Sahara. Al settimo posto, per esempio, c’è il Mali che nel 2012 non era neppure nella World Watch List ma che dopo l’insediamento dei separatisti tuareg e dei combattenti islamisti nella parte nord occidentale del Paese ha visto la nascita dello stato indipendente di Azawad e un’applicazione estrema della sharia sfociare nella fuga dei cristiani e nel rogo delle chiese. Tra le new entry degli ultimi mesi ci sono inoltre la Tanzania (24°), il Kenya (40°), l’Uganda (47°) e il Niger (50°) che, con l’Eritrea salita dall’11° al 10° posto e le stabilmente minacciosissime Somalia (5°) e Nigeria (13°), testimoniano la deriva estremista del risveglio islamico in corso in Africa.

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