Come il presidente Sarkozy ha dichiarato a sua beatitudine Béchara Rai, Patriarca maronita, durante la sua visita ufficiale a Parigi nel settembre scorso, la protezione migliore per i cristiani d’Oriente e la vera garanzia della durata della loro presenza risiedono tuttora nell’instaurazione della democrazia e dello Stato di diritto nei Paesi arabi. Per questo raccomandiamo ai cristiani del Medio Oriente di non partecipare ai tentativi di strumentalizzazione messi in opera da regimi autoritari isolati dal loro popolo. Rimango molto preoccupato dalla drammatica situazione in Siria, dalla feroce repressione esercitata da un regime ormai condannato che usa la forza militare contro il proprio popolo. Auspico una partecipazione dei cristiani, così come di tutte le altre comunità, alla creazione di una Siria nuova e democratica, in cui tutti i cittadini avranno gli stessi diritti e doveri. Non ci illudiamo. Sappiamo che il cammino sarà lungo e caotico.
Ma al di là dei rischi e dei pericoli – che non vanno negati – le “primavere arabe” offrono un’opportunità storica per i cristiani d’Oriente. Chi può credere che i diritti delle minoranze siano meglio tutelati da dittature sanguinarie piuttosto che da regimi democratici? Chi può negare che cristiani, kurdi, drusi, alauiti e anche assiri, siano assassinati, torturati, imprigionati, in Siria? E ci sono barlumi di speranza in questa primavera araba: voglio rendere omaggio all’iniziativa del grande imam di Al Azhar, lo sceicco Al Tayyeb, che ha preparato e pubblicato nel gennaio scorso un documento sulle libertà pubbliche in Egitto. Questo testo pone l’accento sulla libertà di fede, la libertà di espressione, la libertà della ricerca scientifica e la libertà di creazione, compresa quella artistica.
Tali iniziative, che rafforzano il dialogo interreligioso, dimostrano che è possibile unire società diverse attorno a valori universali che consentano a tutti di coesistere in armonia. Qualora dovessero sussistere ancora interrogativi sul futuro, voglio dire ai cristiani d’Oriente, presenti in molti altri Paesi oltre a quelli che ho citato (in particolare in Israele e nei Territori palestinesi), che la Francia non li abbandonerà. La nostra fiducia nelle rivoluzioni del 2011 va di pari passo con un’assoluta vigilanza sul rispetto dei diritti umani, in particolare quelli delle minoranze.
Ho anch’io insistito molto su questa vicenda in occasione dei miei contatti con il Consiglio nazionale siriano, chiamato a riunire l’opposizione siriana e che si è impegnato a garantire quei diritti. In Siria come altrove, l’interesse dei cristiani d’Oriente è quello di sposare sviluppi ineluttabili e al contempo positivi. Solo impegnandosi in modo deciso nella costruzione di una nuova regione tuteleranno il loro avvenire, come ha riaffermato il presidente della Repubblica Sarkozy dinanzi alle autorità religiose durante la cerimonia di auguri del 25 gennaio: «I cristiani fanno parte della storia dell’Oriente; è impensabile poterli sradicare da questa terra. Le primavere arabe manterranno le loro promesse se le minoranze saranno rispettate». Il messaggio che voglio loro rivolgere è semplice : la Francia è stata, è e rimarrà al vostro fianco.
Fonte: Cristiani, sostenete la Primavera araba | Cultura | www.avvenire.it.