Cristianofobia, “Attenti a chi la nega per ragioni ideologiche”

La Commissione Affari Politici e Democrazia dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha tenuto ieri presso la sua sede di Parigi un’udienza sul tema: ” La violenza contro le comunità religiose”. Di fronte ai membri della Commissione, il sociologo italiano Massimo Introvigne ha testimoniato sulle dimensioni e sulle radici della cristianofobia, «il triplice fenomeno – ha detto – che parte dall’intolleranza culturale, passa dalla discriminazione nelle leggi e arriva alle vere e proprie persecuzioni violente».

La Commissione Affari Politici e Democrazia dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha tenuto ieri presso la sua sede di Parigi un’udienza sul tema: ” La violenza contro le comunità religiose”. Di fronte ai membri della Commissione, il sociologo italiano Massimo Introvigne ha testimoniato sulle dimensioni e sulle radici della cristianofobia: «Il triplice fenomeno – ha detto – che parte dall’intolleranza culturale, passa dalla discriminazione nelle leggi e arriva alle vere e proprie persecuzioni violente». Il sociologo torinese ha indicato quattro «aree di preoccupazione»: l’ultra-fondamentalismo islamico – che talora profitta delle incertezze seguite alle «primavere arabe» –; i superstiti regimi comunisti come quello che rende la Corea del Nord il Paese meno ospitale per i cristiani oggi nel mondo; il nazionalismo indù o buddhista che spesso prende di mira i missionari; e l’avversione laicista dell’Occidente contro la religione in genere e la Chiesa Cattolica in particolare. «Naturalmente non si possono mettere sullo stesso piano spettacoli offensivi, campagne di stampa o pressioni di carattere amministrativo in Occidente con gli assassini o le torture in Nigeria o in Pakistan – ha detto Introvigne – e tuttavia esiste un piano inclinato che porta dall’intolleranza alla discriminazione e dalla discriminazione alla persecuzione». Il sociologo ha anche messo in guardia la Commissione dalla «crescente insofferenza» che certi organi di stampa mostrano nei confronti del tema della cristianofobia, che tendono a emarginare criticando anche come allarmista chi se ne occupa. «Le vittime sono sempre simpatiche – ha concluso Introvigne – ma è molto più difficile farsi ascoltare quando dalle vittime si passa a nominare i persecutori, i cui nomi magari fanno scattare antiche simpatie ideologiche o timori che qualcuno possa risentirsi e tagliarci il petrolio o smettere di acquistare i nostri titoli di Stato. Eppure il tempo della compassione a buon mercato per le vittime che rifiuta di nominare i persecutori è scaduto. È venuto il momento di fare nomi e cognomi di chi perseguita i cristiani. E di fermarli subito, prima che la strage diventi genocidio”. “Attenti a chi la nega per ragioni ideologiche”.

Fonte: LASTAMPA.it.
Chiesa – Mai più cristianofobia

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