Impazzano sul web le foto dei manifesti elettorali di Paolo Brosio come candidato sindaco al Comune di Prato, per il movimento Medjugorje.
Comparsi in alcune strade della cittadina toscana i manifesti fanno sorride e lasciano increduli per il messaggio che lanciano, decisamente poco adatto alla politica: “Esiste un undicesimo comandamento – si legge sui manifesti – vota movimento Medjugorje”, accanto al volto sorridente di Brosio e ad un grande simbolo del Vaticano. Poi i tre punti fondamentali del “partito”: patria, famiglia e spirito santo. Chiarissimo il richiamo alla Trinità che fa sorridere anche il cattolico più fervente.
Neanche qualche ora dopo la sensazionale scoperta, sul web già circolavano le foto dei manifesti e commenti di utenti increduli ma divertiti (“il manifesto di Brosio è stupendamente blasfemo” tra i tanti cinguettii su Twitter). Ma la candidatura è evidentemente fuori tempo massimo.
Lo scherzo è bello quando dura poco e Paolo, purtroppo, è oggetto troppo spesso di derisioni… al limite della “cristianofobia”. Con il suo senso dell’umorismo ci riderà su, ma una riflessione va fatta.
Qual è la”colpa”? La sua viscerale devozione per la Madonna di Medjugorje, che forse qualcuno non lo ricorda, lo ha salvato – come racconta nei suoi libri- da una vita fatta di buio e pericoli, anche di droga e malessere psicologico e fisico.
Se avesse scelto di rifarsi a Buddha per salvarsi la pelle sarebbe stato esaltato.
Evidentemente piace di più prendere in giro il “fanatico” cattolico Brosio, che in passato è stato preso di mira come reincarnazione di San Giuseppe, che porsi con rispetto relativamente a certi temi.
E anche in questo caso, se fosse stato gay avrebbe ricevuto meno offese.
Anche le vittime si dividono tra prescelte e poveracce rispetto ai diktat del politicamente corretto.
Ma la libertà religiosa non era un diritto anche quello?