Cultura “gender” e Dottrina Sociale della Chiesa | ZENIT – Il mondo visto da Roma

Roma, (Zenit.org) | 134 hits

La Dottrina Sociale della Chiesa, nella sua concreta evoluzione storica e nella sua attenzione alle domande e ai bisogni che emergevano dalle diverse epoche (dalla questione operaia alla crisi finanziaria, dalla minaccia alla pace ai rapporti tra Nord e Sud del mondo), è stata sempre coerente con un’antropologia rispettosa della verità dell’uomo e del valore sociale del tema della vita che riguarda, non solo chi sarà chiamato a vivere, ma anche chi la vita la sta vivendo. Etica sociale e etica della vita stanno insieme e i valori non negoziabili riguardano la pienezza dell’umano dalla nascita alla morte.

La stessa Caritas in veritate è molto chiara a questo proposito (basta rileggere la seconda parte del n.51, il n.52, come pure il tema essenziale della categoria della relazione al n.53). La stessa coerenza che ha portato i documenti della Dottrina Sociale a occuparsi della pienezza dell’umano nella concretezza delle situazioni storiche e a difendere quindi i diritti sindacali, la responsabilità dei risparmiatori, i diritti dei poveri, le esigenze di emancipazione della donna, ecc…, oggi porta a mettere al centro dell’attenzione la cultura gender come minaccia alla pienezza dell’umano.

Lo ha fatto con un discorso memorabile Benedetto XVI nel discorso alla Curia del 21 dicembre 2012. Lo ha ricordato nella sua prolusione al Consiglio Permanente della Cei del mese di gennaio 2013 il Presidente della Cei, Cardinal Bagnasco. Ne è stato protagonista l’episcopato francese (di solito molto cauto sui temi della laicità) in occasione delle proteste contro il cosiddetto “matrimonio per tutti”.

La Dottrina Sociale della Chiesa oggi è una risposta efficace, non settaria, dialogica e efficace verso i temi posti dalla cultura gender che è ormai diventata cultura dominante. In un Paese che ha gravi problemi da affrontare, dalla giustizia all’istruzione, dalla disoccupazione giovanile alla crescita industriale, fa una certa impressione l’enfasi che è stata dedicata al tema del “matrimonio omossessuale”.

Attenzione, vi sono diritti inalienabili della persona e questi riguardano tutti. Ci sono numerosi paesi nei quali l’omosessualità è considerata reato. È evidente che questo è un tipico caso di discriminazione, che va combattuto. Come vanno combattute le diverse forme di discriminazione religiosa, razziale, etnica. Il rispetto della verità però, ci obbliga a non confondere legami personali di affetto e matrimonio tra un uomo e una donna. E soprattutto, di non cedere a quella forma di egualitarismo che vorrebbe cancellare la differenza sessuale.

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