Dalla Terra Santa i cattolici scrivono a Obama

Alla vigilia della visita del presidente americano

Maria Teresa Pontara Pederiva

Yusef Daher, segretario della Commissione Giustizia e Pace, a nome dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, ha inviato oggi una Lettera al Presidente degli Stati Uniti che sta per imbarcarsi in un viaggio alla volta del Medio Oriente (il primo da presidente in quanto nel 2008 si era recato in Israele da candidato alla Casa Bianca).
“Noi, i capi delle Chiese cristiane cattoliche di Gerusalemme, le diamo il benvenuto con tutto il cuore nell’imminenza della sua prossima visita in Israele e Palestina. In questa occasione vorremmo attirare la sua  attenzione su alcuni problemi di primaria importanza che influenzano profondamente la presenza dei cristiani in questi paesi”.
La Lettera elenca così la situazione di precarietà in cui versa la Terra Santa e non da oggi: il popolo palestinese vive da 46 anni sotto l’occupazione militare israeliana. La situazione dei cristiani palestinesi è la stessa di quella del resto della popolazione di altre fedi, e come conseguenza tutto ciò che colpisce il popolo palestinese si ripercuote anche sui cristiani.
Nei territori palestinesi occupati, sono numerose le violazioni del diritto internazionale nei confronti di una minoranza religiosa da parte delle autorità israeliane  e ne vengono citate alcune a titolo di esempio: insediamenti israeliani illegali, un regime di permessi che limita fortemente l’accesso ai Luoghi Santi per musulmani e cristiani indifferentemente, esproprio di terreni di proprietà privata palestinese per l’espansione degli insediamenti israeliani e la costruzione del muro di separazione (come nel caso della valle di Cremisan).
Un grave fenomeno segnalato è quello dell’apolidia: infinite procedure di ricongiungimento e rifiuto della registrazione dei bambini unite a limitate possibilità di espansione a causa di alcuni permessi di costruzione concessi a Gerusalemme Est violano i diritti umani fondamentali dei palestinesi per costringerli a spostarsi, fino ad emigrare o anche all’esilio. E’ in atto – scrivono i leader cattolici una politica nascosta di discriminazione e oppressione” dove i cristiani sono trattati come “cittadini di seconda classe” in diversi settori della vita civile quali istruzione, opportunità di lavoro, proprietà, servizi locali comunali, ecc
E ciò è ancora più grave in quanto  la presenza cristiana palestinese gioca un ruolo importante in quella Terra: i cristiani infatti offrono un grande contributo determinante in campi quali l’educazione-istruzione, la sanità, i servizi sociali. Una loro eventuale assenza potrebbe avere conseguenze catastrofiche soprattutto se affiancata dalla contemporanea’ascesa dei fondamentalisti.
“Dovrebbe essere attuato ogni sforzo – concludono i leader delle chiese – per salvaguardare la presenza cristiana in Terra Santa, anzi per farla rifiorire nel futuro, solo così non potremmo perdere la speranza”.
L’appello al presidente degli Stati Uniti è quello di “esigere dallo Stato di Israele il rispetto del diritto internazionale e  la cessazione di tutte le politiche illegali nei confronti della popolazione palestinese di Terra Santa”. Come dire la necessità di riavviare le trattative israelo-palestinesi  che va ad aggiungersi ai delicati temi quali Iran e Siria.

Fonte: Dalla Terra Santa i cattolici scrivono a Obama – Vatican Insider.

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