“Decisione presa in piena coscienza”

p_antIntervista al teologo carmelitano Padre Sicari, della rivista Teologica “Communio” e fondatore del Movimento Ecclesiale Carmelitano

E’ possibile ritenere utili per il bene della Chiesa le dimissioni annunciate dal Papa?

Io sono convinto che il Papa ha deciso, pregando, in piena coscienza e con umiltà. Questo per la Chiesa è un’utilità, il problema è se il Papa si è mosso in maniera buona e giusta. Io credo che se il Papa si fosse mosso per paura delle difficoltà, per i contrasti, per le aggressioni rivolte alla Chiesa, allora sarebbe certamente negativo. Ma non lo ha fatto per questi motivi, lui stesso dice che non si abbandona il gregge quando è in pericolo. Se invece lo ha fatto – come è vero – perché ha visto la sua fragilità fisica, la sua debolezza, la sua difficoltà sempre maggiore a condurre bene la barca di Pietro, se lo ha fatto per questo senso di realismo umile, questo per la Chiesa è utile e oltretutto è un buon esempio di non attaccamento né a se stesso né al proprio potere. E’ utile tutto ciò che è buono.

Quali sono le priorità su cui è necessario intervenire oggi nella Chiesa?

Su questo argomento ci sono tanti pareri e dipendono dall’esperienza che ciascuno ha. Se io dovessi indicare delle priorità direi, prima di tutto, l’esigenza di rimettere a tema l’Incarnazione di Gesù, del Figlio di Dio, anzi addirittura il metodo dell’Incarnazione. Un metodo che è dato a tutta l’esistenza cristiana. Cercare di guardare bene fino a che punto il Cristianesimo si è ritrasformato, per alcuni, in una sorta di vaga religiosità e rimettere a tema il fatto che col Cristianesimo “tutto” deve ricondurre al gesto con cui Cristo viene, si avvicina a noi, ci fa compagnia. Questa è la prima cosa che, secondo me, bisogna rimettere in discussione con assoluta chiarezza e bellezza.
La seconda priorità riguarda la costituzione della Chiesa che, come il Papa ha fatto notare più volte, ha due dimensioni: una istituzionale e una carismatica. Quella istituzionale garantisce la stabilità, i doni stabili di Dio, quella carismatica dovrebbe essere un’anima che alimenta, che vivifica. Il problema, secondo me, è che questi carismi storici in gran parte restano nell’ambito della vita consacrata e non vengono estesi – come si dovrebbe – all’esperienza del laicato, ai vari ambiti del mondo, della cultura, del lavoro. Quindi c’è un certo deficit carismatico, non perché lo Spirito Santo non offra i suoi doni ma perché noi li teniamo un po’ troppo riservati e messi da parte.

Noi, in quanto cristiani, che cosa non abbiamo fatto per sostenere il governo del Papa?

Certamente abbiamo mancato se non abbiamo pregato abbastanza! Poi abbiamo mancato se abbiamo disprezzato o non valorizzato sufficientemente il Suo magistero, oppure quando ci siamo allineati con le critiche sciocche che molte volte compaiono su mass media, quando cioè invece di essere figli obbedienti e contenti del loro padre ci siamo schierati dall’altra parte. Quando i cristiani hanno fatto questo hanno certamente danneggiato la Chiesa.

Si parla di un monastero di clausura, posto all’interno del Vaticano, dove probabilmente Papa Benedetto XVI dimorerà per un certo periodo di tempo. Chi sono queste suore?

Quando questa iniziativa è stata presa – ancora al tempo di Giovanni Paolo II –, se non ricordo male, l’idea era che in Vaticano ci fosse un monastero di clausura dove ogni tre o cinque anni si sarebbero alternate delle monache contemplative. Per un certo periodo di tempo, credo, ci sono state le monache carmelitane e poi le benedettine. Chi c’è attualmente non lo so; potrebbe anche non esserci nessuno perché il monastero è in fase di ristrutturazione. So però che l’idea iniziale era quella di una comunità di religiose che esprimesse, all’interno della mura vaticane, il cuore contemplativo della Chiesa.

Pubblicato su Vatican Insider

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa, Varie. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.