Deliri d’agosto del Fatto: il cammino di Santiago è “un’invenzione di morte”

Il Fatto Quotidiano svela un altro scoop: il cammino di Santiago è un’invenzione e un percorso di morte, ma «i pericoli vengono nascosti per non sgonfiare gli affari». Quali caste si celaranno e quali loschi affari?

Che Il Fatto Quotidiano non apprezzasse la Chiesa cattolica lo si era capito da un po’ di tempo. I vari Barbacetto, Padellaro, Travaglio hanno insinuato su vescovi, cardinali e hanno mirato pure alla terza loggia Vaticana, ma ora alzano il tiro, e se la prendono direttamente con uno fra i dodici Apostoli più rinomati: San Giacomo, quello del cammino di Compostela per intenderci.

L’autore dell’articolo, Maurizio Chierici, parte – o forse sarebbe più appropriato il verbo specula – dall’evento tragico avvenuto due anni fa che vide la morte di un ragazzo affogato nell’Oceano durante il pellegrinaggio. Per il giornalista del Fatto l’associazione è automatica e il cammino di Santiago si scopre essere un trappola continua, un sentiero di morte avallato dalla solita apologetica clericale noncurante dei pericoli che si nascondono nelle centinaia di chilometri verso Santiago. «I pericoli – durante il cammino – vengono nascosti per non sgonfiare gli affari». Ecco svelato il mistico arcano. Grazie alla meticolosa ricerca “fattiana” si è scoperto il solito magnamagna, ovvero che sotto le false vesti del peregrinar si cela una fonte di arricchimento cominciata da una venale sanguisuga medievale del IX secolo. Il sistema prevedeva lo sfruttamento, attraverso l’inganno della fede, di poveri inconsapevoli. Il soggetto da incolpare si chiamava Alfonso II, re delle Asturie e della Galizia: un monarchico insomma, ma si sa che in quei tempi bui avevano sti vizi.

Cliccare sul link per leggere il resto dell’articolo →Deliri d’agosto del Fatto: il cammino di Santiago è “un’invenzione di morte” | Tempi.it.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.