di Andrea Tedesco
La teoria, sposata perfino dal presidente Obama, che gli Usa siano stati colpiti l’11/09/2001 come punizione per il colonialismo e l´imperialismo, per i presunti soprusi compiuti ai danni dei musulmani, degli arabi, o dei Palestinesi, non trova alcun riscontro nella realtà, ma è in linea con lo schema esplicativo di origine marxista applicato da molti intellettuali occidentali alla comprensione della realtà stessa.
Secondo questo modello dicotomico, il mondo si dividerebbe in due categorie, i ricchi, “cattivi”, perché divenuti tali a spese di coloro che di conseguenza oggi sono poveri, e quest’ultimi, i poveri, le vittime dei ricchi, e dunque “buoni” per definizione.
Quando i poveri attuano una qualche forma di rivoluzione violenta contro i ricchi, stanno solo facendo giustizia, quindi, qualunque ignominia essi commettano in nome della rivoluzione, è giustificabile ed accettabile, anche perché, in ultima analisi, è comunque una risposta ad una provocazione ed è pertanto responsabilità dei ricchi.
Poco importa che la povertà e l´arretratezza del mondo islamico, le condizioni di vita della donna, degli omosessuali, e delle minoranze religiose in questi paesi, con rare eccezioni, non siano anzitutto da attribuirsi al colonialismo o imperialismo occidentali, ma siano per lo più il frutto di errori interni alla storia della civiltà islamica, come evidenziato nei brevi cenni storici seguenti.
L´arretratezza del mondo islamico rispetto all’Occidente non è storicamente il risultato del colonialismo occidentale. Al contrario, essa affonda le sue radici nelle differenze culturali, soprattutto religiose, e in una serie di decisioni, tre delle quali di importanza critica, prese nel passato dai governanti e dai leader religiosi del mondo islamico, che hanno impedito alla civiltà islamica non solo di mantenere la superiorità di cui godeva nel Medio Evo, ma anche di tenere il passo con i rapidi progressi dell’Europa Cristiana.
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