“Dove i cristiani muoiono”: una narrazione per i veri pessimisti, e cioè ottimisti ben informati

30/03/2018 (a cura Redazione “Il sismografo”)
(Luis Badilla – ©copyright) “Dove i cristiani muoiono” è il titolo del libro, edizioni San Paolo, di don Luigi Ginami in libreria da pochi giorni. Nulla di enciclopedico su un argomento sempre all’ordine del giorno, delicato e doloroso. Ciò che attira subito di questa nuova fatica editoriale di don Ginami, autore di numerosi altri libri, sono le “storie di vita”, il racconto, la narrazione; ciò che emerge con forza da questa lettura sono le voci dei protagonisti di questi racconti, potersi quasi immaginare i loro occhi, il gesticolare delle mani di chi ti parla, il sospiro di dolore che si fanno sfuggire nel rievocare le loro testimonianze di sangue versato.
Ecco questo libro è lineare e onesto e tratta con delicatezza e commozione un argomento che spesso si presta per la propaganda e lo spargimento di rancore, odio e antagonismo. Si suddivide in quattro storie – che l’autore chiama “missioni” – che si offrono come delle “istantanee” utili per capire l’oggi ma anche il domani. Due di queste vicende raccontate da don Luigi Ginami si collocano in Kenya e le altre in Iraq e Palestina. “Periferie del mondo”, direbbe Papa Francesco. Periferie non solo perché lontane dai grandi centri del potere odierno ma anche perché sono luoghi dove si dissangua la nostra umanità, luoghi ove la morte e il suo impero rendono tutto inerte e anonimo, sterile e disperato.
Si devono leggere queste quattro storie di vita, di persone, comunità e popoli, per capire la misura delle sofferenze del mondo. In questo senso la narrazione di don Ginami è ciò che serve, un pugno nello stomaco. Ha ragione dunque Barbara Serra (Al Jazeera, english) quando nella sua puntuale prefazione al libro scrive: “Vivere in un Paese dove la maggioranza condivide la propria religione è un lusso, spesso dato così per scontato che è difficile da percepire. Esprimere la propria fede apertamente con tutta la comunità, senza dover spiegare le proprie credenze e usanze, rende sicuramente la vita più facile. E spesso, più sicura. Non temere che la religione possa fare di noi un bersaglio è veramente un privilegio. Ma come tutti i privilegi può renderci pigri, più propensi a ignorare che in molte parti del mondo dichiarare la propria religiose è un atto di coraggio, che può portare alla morte”.
Don Luigi oltre ad essere un ottimo giornalista è soprattutto un “attento samaritano” e le sue cronache squarciano il velo di molte ipocrisie e buonismi, portando a guardare un pezzo importante della realtà del nostro mondo con una prospettiva che al lettore sembrerà pessimista. Infatti l’autore e il suo libro sono “pessimisti”, ma qui il suddetto pessimismo, inquadrato nell’ottica evangelica, si ribella nel suo opposto: l’ottimismo del cristiano ben informato.

Sorgente: Il Sismografo

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