E Bertone strigliò Müller

(di Andrés Beltramo Álvarez su Vatican Insider del 18-02-2013) L’Università “ribelle” del Perù resterà senza professori di teologia. Lo ha stabilito la Santa Sede dopo una riunione tenutasi pochi giorni fa a Roma e convocata dall’ancora Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Un incontro di alto livello che ha annullato l’intento del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gerhard Ludwig Müller, di intervenire in favore dell’ateneo peruviano nel mezzo del conflitto con l’arcivescovo di Lima e con il Vaticano. Un grave errore del “guardiano” dell’ortodossia cattolica.

La riunione tra i diversi dicasteri vaticani aveva come scopo quello di valutare la validità di una lettera inviata dallo stesso Müller all’arcivescovo di Lima, Juan Luis Cipriani Thorne, alla fine di gennaio.

Nella missiva, il prefetto chiedeva spiegazioni al cardinale peruviano in merito alla decisione di non rinnovare il permesso ecclesiastico per tenere lezioni a tutti i professori del Dipartimento di Teologia dell’ex Pontificia Universidad Católica del Perú. Questa decisione, comunicata alle autorità universitarie a dicembre, è scaturita dal decreto della Santa Sede (giugno 2012) che vietava all’ateneo di vantare i titoli di Pontificio e Cattolico.

Una sanzione applicata con l’approvazione del Papa e che è ancora giuridicamente valida in virtù del tenace rifiuto dell’Assemblea Universitaria di riformare gli statuti per adeguarsi alla normativa vaticana sulle istituzioni d’istruzione superiore cattoliche: la costituzione apostolica “Ex Corde Ecclesiae”.

Dopo aver ricevuto le lamentele dei professori a riguardo della revoca, il prefetto tedesco ha deciso di agire. Secondo i docenti la revoca sarebbe stata applicata per «motivi dottrinali».  Müller ha preso in considerazione la loro richiesta, chiedendo e ordinando nella sua missiva, che l’università proseguisse con le lezioni di teologia visto che la Santa Sede non aveva ancora risolto il conflitto.

Ma la lettera non era partita con il piede giusto. E, pertanto, è stata invalidata dalla riunione convocata da Bertone. Il motivo? Si è trattato di un’iniziativa “personale” del prefetto, il quale non si è consultato con gli specialisti della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Inoltre, la lettera stessa,  non è stata inviata tramite i canali istituzionali della nunziatura apostolica a Lima. L’arcivescovo della capitale peruviana ha infatti ricevuto solo un fax. La lettera ha anche ignorato il Codice di Diritto Canonico che conferisce al vescovo diocesano l’autorità per assegnare e revocare i permessi ai professori di religione o scienze ecclesiastiche nella circoscrizione ecclesiastica.

L’esito delle valutazioni di questa riunione è stato comunicato agli interessati in Perù, tramite i canali diplomatici. La lettera di Müller non ha alcuna validità e, dunque, la decisione dell’arcivescovo Cipriani di non concedere il permesso per insegnare teologia cattolica nell’università non cambierà. Adesso, l’ex PUCP si trova in difficoltà per coprire i corsi di teologia dei piani di studio del prossimo anno accademico.

In ogni caso, le conclusioni della riunione vaticana presieduta da Bertone, sono state un duro colpo per il prefetto della Dottrina della Fede. Nella Curia Romana qualcuno comincia a chiedersi se sia veramente idoneo per occupare un posto di enorme potere che non permette né improvvisazioni né errori di forma o contenuto.

Fonte: E Bertone strigliò Müller | Corrispondenza romana.

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