«È in prigione per la sua fede Il mondo non dimentichi» | Mondo | www.avvenire.it

In apparenza è una piccola donna, ma rappresenta «l’esemplare difesa della libertà di coscienza contro l’intolleranza e il fanatismo. La sua causa personale a favore della libertà è diventata simbolo di integrità morale». Per questo la piattaforma civica spagnola HazteOir (Fatti Sentire) – che raggruppa 300mila cittadini, sensibili su temi come la difesa della vita e della libertà religiosa – ha deciso di assegnare il suo Premio 2012 ad Asia Bibi, «motivo di ispirazione per i giovani e in particolare per le donne del nostro pianeta».

Nel 2011 l’encomio di HazteOir andò a Shahbaz Bhatti, il ministro per le Minoranze pachistano assassinato dagli estremisti per aver difeso la sua connazionale cattolica e per essersi opposto alla legge sulla blasfemia.

Il prossimo 15 dicembre il riconoscimento verrà consegnato a Madrid al marito di Asia Bibi, Ashiq Masih, accompagnato da una dei loro cinque figli, Sidra.
«Come marito di Asia – dice ad Avvenire prima della partenza per la Spagna – mi sento orgoglioso del suo sacrificio e per me sarà un vero onore ricevere questo premio in suo nome».

Quali sono le condizioni di sua moglie in questo momento?
Nessuno conosce la vita del detenuto. È inaccettabile che una persona come Asia Bibi debba sentire questa pena. Ma si sente orgogliosa di essere una prigioniera cristiana che affronta una punizione solo per il suo credo. È ancora in carcere e resta in attesa della mano di Dio nella speranza di essere rilasciata. Comunque la trattano bene, è in cella – isolata – per ragioni di sicurezza. Le danno cibo crudo perché lei possa cuocerlo da sola e mangiarlo. Sono state montate delle telecamere di sicurezza intorno alla cella. Le autorità carcerarie fanno queste cose perché avvertono la pressione internazionale: questa esige che venga trattata bene.

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