È possibile evangelizzare tramite la TV?

La televisione tra scristianizzazione e evangelizzazione

Roma, (Zenit.org) Maurizio Moscone | 46 hits

1. La valenza culturale della televisione

Alcune lobbies “educano” tramite i mezzi di comunicazione sociale, e in particolare tramite la televisione, intesa dai sociologi dell’educazione come “scuola parallela”.

McLuhan, più di quaranta anni fa, formulava la sua tesi rivoluzionaria secondo cui “il medium è il messaggio”[1], esprimendo l’idea secondo cui, scrive in proposito Ferrero, “ciascun mezzo di comunicazione produce su che ne fa uso determinati effetti sociali e psicologici, particolari relazioni sociali e una particolare forma di coscienza o modo di pensare, assolutamente indipendenti dal contesto trasmesso. Questi effetti costituiscono il messaggio”[2].

L’uomo odierno vive, secondo il sociologo canadese, nell’ “era di Marconi”[3], caratterizzata dall’interdipendenza elettronica, che riduce l’intero pianeta terrestre alle dimensioni di un villaggio in cui le conoscenze si trasmettono rapidamente tra tutti gli uomini.

Nell’era di Marconi la televisione sta assumendo sempre di più una valenza culturale, perché per suo tramite l’individuo umano acquisisce, in modo irriflesso, una molteplicità di significati di carattere morale, religioso, sociale e politico e tali significati agiscono attivamente nel modo di pensare e di vivere di gran parte dell’umanità.

La televisione è un medium definito da McLuhan “freddo”, che coinvolge in modo partecipativo l’utente e, scrive il sociologo, “ci impegna, ci assorbe”[4], a differenza della radio, definita un medium “caldo”, “che non richiede a chi ne fa uso lo stesso livello di partecipazione”[5].

Riguardo alla distinzione tra media caldi e freddi, Boulding scrive: “Si possono distinguere i media in media ‘‘caldi’’, che non esigono da parte di chi li utilizza una grande partecipazione, e media ‘‘freddi’’, in cui al contrario il processo di comunicazione esige una partecipazione importante dell’utilizzatore. L’effetto prodotto da un medium sulla struttura della società dipende in buona parte dalla sua temperatura”[6].

Bettetini sostiene la tesi secondo cui i media, e in particolare la televisione, non descrivono ma costruiscono la realtà. Scrive in proposito l’Autore: “Qualunque linguaggio, quello del cinema come quello dei media, costruisce la realtà, ne sceglie alcuni elementi, li mette in un certo rapporto, quindi attua una messa in scena. Certamente però la verità nel rappresentare la realtà può subire nei grandi media numerose ferite, soprattutto per l’alto numero di persone cui l’informazione è diretta. Uno dei fattori che in misura più forte oggi influenza la scelta dei fatti da rappresentare e il modo di rappresentarli è che la qualità del prodotto, soprattutto televisivo, è misurata con l’audience[7].

La TV costruisce la realtà in funzione dell’audience e delle lobbies economico-finanziarie che posseggono i mass media.

I messaggi che vengono veicolati dal mezzo televisivo condizionano pervasivamente la visione del mondo degli utenti e, in modo particolare, il pensiero in formazione delle giovani generazioni.

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