Un esempio di libertà

Mario Mauro  – sabato 3 novembre 2012

Grazie all’Unione europea il nostro continente ha avuto il più lungo e prospero periodo di pace della sua millenaria storia. L’attribuzione del premio Nobel per la pace all’Unione europea, avvenuta lo scorso 12 ottobre, rappresenta un evento di significato profondo. Esso ci ricorda che la costruzione di una stretta integrazione tra i popoli europei costituisce un’operazione di portata epocale che ha come obiettivo, in ultima analisi, non la realizzazione di scopi economici, ma la creazione di un’area di pace, sviluppo e promozione dei diritti dell’uomo su un territorio che per secoli è stato segnato dal sangue di milioni di europei.
Nell’opinione pubblica si tende, talora, a parlare dell’Unione europea con fastidio o sufficienza, a identificare quest’ultima in una serie di vincoli e obblighi: si tratta di una prospettiva limitata o, meglio, fallace. L’Unione non è infatti un potere superstatale invasivo, che finisce per imporre ulteriori legacci alla già complicata vita dei cittadini, ma uno strumento che è stato pensato dai Padri fondatori delle Comunità Europee per consentire di rompere gli schermi delle sovranità nazionali; di sottrarre alle politiche nazionaliste le ragioni più importanti di tensione sul piano economico; di affermare la preminenza del diritto e della persona di fronte al potere, tanto pubblico, quanto privato.

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